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Il lungo viaggio della tartaruga Karapinar

La Caretta caretta era finita imprigionata in una rete a strascico e consegnata al WWF dalla marineria di Trani

Da Molfetta alle coste turche, oltre 1.500 km


“Gentile squadra del CRAS Molfetta, vorremmo darvi una bella notizia. Stiamo lavorando al monitoraggio e alla conservazione della tartaruga Caretta caretta presso la spiaggia di Cirali, sulla costa mediterranea della Turchia. Ieri sera (così come nei giorni precedenti) abbiamo osservato una tartaruga con i numeri di tag 3094P e 3095P nidificare. Era sana e pensiamo che ieri notte abbia fatto il suo secondo nido”. Lo scorso 20 giugno, alla mail del Centro Recupero Tartarughe marine di Molfetta giunge questo messaggio: mittente dr. Becktar Sonmez, Università Timur Karabal. Pasquale Salvemini, il responsabile del Centro, recupera immediatamente le informazioni sulla tartaruga in questione, grazie al numero di matricola impresso nel tag, e ne ricostruisce così la storia. La Caretta caretta in questione (circa 80 cm. la lunghezza del carapace) era finita in una rete e consegnata dai pescatori al Centro di recupero WWF di Molfetta. Liberata l’11 giugno 2023 ha percorso, per andare a deporre le sue uova, oltre 1.600 chilometri.

Era rimasta imprigionata in una rete a strascico

Come molte altre sue simili, Karapinar (questo il nome assegnatole) era finita imprigionata in una rete a strascico e consegnata dalla marineria di Trani al centro molfettese. Lì era stata sottoposta ad una serie di accertamenti (radiografia, prelievo sangue, prelievo di campioni di tessuto ed ecografia) che avevano dato esito negativo e così dopo un paio di settimane di riabilitazione (l’intrappolamento nelle reti è causa di grave stress e spesso letale perché rende impossibile il ritorno in superficie per respirare) l’animale era pronto per tornare in libertà.
“Dall’ecografia era emersa la formazione di follicoli maturi, circa 20 mm. Quindi sapevamo già che avrebbe deposto ma dove e quando non potevamo saperlo – racconta il responsabile del Centro molfettese, Pasquale Salvemini – A distanza di un anno preciso la lieta notizia”.

Grandi migrazioni

Il viaggio della tartaruga marina dalle coste pugliesi a quelle turche

Le tartarughe marine sono tra le specie con le maggiori capacità migratrici. Effettuano migrazioni stagionali verso aree con acque più calde in inverno, mentre gli individui maturi migrano verso i siti di nidificazione durante la stagione riproduttiva, che avviene tra giugno e tardo settembre. Per orientarsi utilizzano principalmente il campo magnetico terrestre, utile per identificare la macro-area in cui, per esempio, le femmine possono andare a deporre le uova. Raggiunta quest’area però, le tartarughe devo fidarsi del proprio istinto per scegliere la spiaggia corretta, e molto spesso sono costrette a procedere per tentativi, nuotando in circolo nella speranza di imbattersi in un luogo idoneo.

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