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Operazione capodoglio

Dopo il recupero delle ossa, il lungo lavoro di restauro è stato svolto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana

Lavoro di restauro realizzato dall’IZSLT


Casa Pelagos, il percorso immersivo dedicato all’omonimo Santuario dei Cetacei e realizzato nel 2023 all’interno dell’Oasi WWF Laguna di Orbetello, si è arricchita di un’installazione unica che fa “rinascere”, a beneficio della comunità, un giovane capodoglio che si era spiaggiato deceduto nel 2019 e, dopo un lungo lavoro di recupero e restauro, finalmente visibile al pubblico.

Lo scheletro del capodoglio a Casa Pelagos
Foto di E. Quartarone

Nel corso dell’inaugurazione, avvenuta oggi presso lo storico Casale Giannella, il WWF e i partner dell’Operazione Capodoglio, in particolare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana e la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, hanno raccontato la storia di questo mammifero marino attraverso la descrizione del suo ritrovamento presso il litorale laziale, del suo interramento e del lungo lavoro del team che ha consentito di poterlo esporre dopo 5 anni dallo spiaggiamento. Il capodoglio è stato anche “adottato” da una rappresentanza delle giovani generazioni della comunità locale e presente all’inaugurazione: i bambini dell’Istituto Comprensivo Don Milani di Orbetello, col supporto della comunità social attivata sui canali WWF, hanno scelto per questo esemplare femmina il nome “GEA” e arricchito con i loro disegni l’area del capodoglio.

Progetto di recupero grazie alla collaborazione tra istituzioni

Questo progetto di recupero rappresenta un’impresa di straordinaria importanza e unica in Italia per la collaborazione fra istituzioni, in primis il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, l’Associazione e un Ente di ricerca. Due le Riserve Naturali Statali coinvolte: la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, dove l’animale è rimasto seppellito fino a febbraio scorso per consentire la decomposizione in sicurezza, e l’Oasi WWF Laguna di Orbetello che da oggi lo ospita.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana (IZSLT) ha curato tutte le fasi, dallo scavo al restauro delle ossa. La pulizia e lo sbiancamento dell’intero scheletro, la riparazione e la catalogazione per individuare le parti mancanti sono state svolte presso la sezione di Roma dell’IZSLT dal dott. Cristiano Cocumelli (dirigente veterinario IZSLT), Emiliano Di Nolfo (tecnico IZSLT) e dal dott. Valerio Manfrini (consulente biologo per l’IZSLT) che ha curato anche l’allestimento finale dello scheletro. Questa seconda fase, durata tre mesi, ha richiesto 150 ore di lavoro. Le ossa mancanti sono state ricostruite in resina dai tecnici della TUMA Studio SRLS SB di Roma mediante la tecnologia della stampa 3D.
Per l’installazione, lo scheletro – disarticolato ma in sequenza – è stato posizionato su una struttura di legno riempita di sabbia per simulare la porzione di spiaggia sulla quale il capodoglio si era spiaggiato. L’ideazione e la realizzazione dell’installazione sono state curate dal dott. Adriano Argenio (Direttore Oasi WWF Laguna di Orbetello e Lago di Burano) insieme ai collaboratori dell’Oasi, Emanuele Valentini e Andrea Giachetti. Laura Pintore, esperta cetologa del WWF Italia, ha seguito le fasi dello scavo e curato i testi dei pannelli. Il Prof. Marco Zuffi, esperto di anatomia osteologica e museologia, ha partecipato a tutte le fasi dal recupero all’allestimento.

Lo scheletro è stato affidato al WWF dai Carabinieri CITES

E.Quartarone

Il giovane capodoglio “Gea” è stato così restituito alla comunità e da oggi potrà testimoniare l’importanza della salvaguardia dei nostri mari accanto alle altre installazioni interattive di Casa Pelagos che aiutano il pubblico a scoprire tutti i segreti e le minacce che gravano sulle specie che popolano il Santuario Pelagos.

Lo scheletro, affidato al WWF Italia dal Raggruppamento Carabinieri CITES, contribuisce anche a sensibilizzare sul tema del commercio di specie a rischio estinzione, tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES), come appunto il capodoglio.
Casa Pelagos – nata nel 2023 anche grazie al supporto di Deutsche Bank che sostiene via via le varie fasi di allestimento e, nella fase iniziale, anche da Regione Toscana – è tra i progetti delle iniziative della GenerAzione Mare all’interno della Campagna Our Nature che anche quest’anno vede il WWF impegnato in attività di ricerca e tutela dei cetacei, con azioni di citizen science, monitoraggi e attività divulgative.

La storia del capodoglio chiamato Gea

Lo spiaggiamento di questo esemplare di Physeter macrocephalus femmina, della lunghezza di 512 cm, con un’età stimata inferiore a un anno, era avvenuto sul litorale di Ostia nel 2019. A seguito della segnalazione da parte della Capitaneria di Porto di Ostia, del sopralluogo e dell’esame anatomopatologico eseguito dall’IZSLT e grazie alla disponibilità della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, l’esemplare era stato trasportato verso l’arenile dell’area naturale per essere interrato il 12 giugno dello stesso anno al fine di consentirne la decomposizione in sicurezza e il successivo recupero dello scheletro, operazione che si è svolta a febbraio scorso. Il capodoglio è il più grande predatore del pianeta, i maschi possono raggiungere e superare i 18 m di lunghezza (eccezionalmente 21 metri), e possiede il cervello più grande del Regno animale. Nonostante sia un gigante del mare è tanto maestoso e imponente quanto fragile. Nel Mediterraneo, infatti, è considerata una specie minacciata e in pericolo di estinzione dalla IUCN (EN, endangered).

Casa Pelagos

Il percorso interattivo, ospitato presso il Centro di Educazione Ambientale “Aurelio Peccei” presso l’Oasi di Orbetello, si trova al confine orientale dell’omonimo Santuario dei cetacei ed è stato inaugurato nel 2023. Il Santuario, infatti, si apre proprio a pochi passi da Orbetello, punto più a est dell’area protetta, e include nei suoi 87.500 km2 le acque costiere e i mari tra Sardegna, Francia e Principato di Monaco. Fulcro emozionale del percorso di visita è una multi-proiezione a soffitto, interattiva e immersiva, sulle specie marine del Santuario: scegliendo uno tra i diversi modelli tridimensionali esposti, che riproducono altrettante specie marine, e posizionandolo su un apposito supporto, i visitatori attivano una vista nella volta realizzata con riprese originali subacquee o di superficie, che racconta la specie rappresentandola nel suo meraviglioso habitat. Un approfondimento sulle azioni di tutela e salvaguardia degli habitat è trattato mediante un tavolo tattile: elementi plastici, cassetti esplorabili, grafiche e infografiche spiegano la storia del Santuario e gli strumenti per il monitoraggio, lo studio e la tutela degli ecosistemi, anche grazie agli innumerevoli progetti di conservazione condotti dal WWF.

A. Argenio

L’allestimento è completato da pannelli e grafiche a parete sul tema delle minacce alla biodiversità e delle strategie da mettere in atto per la sua tutela: realizzati su una linea grafica appositamente realizzata, caratterizzano e arredano l’ambiente fornendo un livello informativo di base, spunti di approfondimento e curiosità. Gli allestimenti si arricchiranno anno dopo anno per garantire una visita sempre nuova e più dinamica.

“L’enorme importanza ecologica del Santuario Pelagos ci ha spinti a creare questo percorso museale: siamo felici di ospitare questa nuova installazione che, dopo un lungo lavoro di squadra, offriamo alla comunità di questo territorio, a partire dalle giovani generazioni. Questo può aiutarli a sentirsi sempre più parte integrante del ‘loro’ Santuario e, attraverso la conoscenza, collaborare agli sforzi per rendere questa area marina un luogo in cui poter bilanciare attività umane con la presenza di specie bellissime e importarti” – ha dichiarato Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia.

Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana

Il monitoraggio sanitario su cetacei e tartarughe marine spiaggiate lungo le coste del Lazio e della Toscana, è tra i compiti istituzionali dell’Istituto. La collaborazione di esperienze diverse e complementari ha permesso di svolgere un lavoro “in rete” con un approccio che si può definire di “Salute unica”, che considera non solo il benessere degli animali, ma anche la salute degli ecosistemi e delle popolazioni umane, promuovendo una maggiore consapevolezza ecologica e un’educazione più attenta alla sostenibilità.

“Siamo convinti, dichiarano Giulia Bonella, Capo del Servizio Tenuta Presidenziale di Castelporziano e Stefano Palomba, commissario straordinario IZSLT, che solo attraverso l’unione delle forze e delle competenze si possa realizzare un futuro migliore per le generazioni a venire.”

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