Ancora molto da fare per una reale coesistenza uomo-orso sulle Alpi
L’abbattimento dell’orsa Kj1 disposto dal Presidente Fugatti ed eseguita questa mattina da una squadra del Corpo forestale trentino, è una sconfitta per tutti e dimostra una volta di più che c’è ancora molto da fare per costruire una reale coesistenza uomo-orso sulle Alpi. La rimozione di individui problematici non può essere l’unica strada per garantire la coesistenza tra comunità locali e i plantigradi.
Serve un ruolo più attivo del Ministero dell’Ambiente
Il WWF Italia ribadisce come il Ministero dell’Ambiente, che ad aprile 2023 aveva aperto un tavolo tecnico di confronto di cui poi si è persa traccia, dovrebbe assumere un ruolo più attivo nelle strategie di conservazione dell’orso nel contesto alpino.
La Provincia di Trento in questi anni ha troppe volte alimentato allarmismo e paure
L’obiettivo deve essere ottenere una popolazione vitale di orso bruno sulle Alpi, in coesistenza con l’uomo. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale consentire un’espansione spaziale della popolazione anche in altre aree alpine idonee, prevenire e ridurre i conflitti uomo-orso e promuovere una attitudine positiva delle comunità locali verso la specie, tramite la diffusione di corrette informazioni. È giunto il momento di applicare tutti gli strumenti e le migliori strategie per prevenire i conflitti, e che la rimozione non sia considerata l’unica opzione possibile.
Necessario lavorare su prevenzione e comunicazione
È importante sottolineare, anche in vista di una corretta comunicazione, che il rischio di incidenti, anche qualora si mettano in campo tutti gli sforzi possibili per ridurre i rischi, non potrà mai essere azzerato. Ma può essere ridotto significativamente dove si agisce correttamente per migliorare le conoscenze di comunità locali e turisti e dove si possano prevedere anche strategie volte a diminuire i rischi in caso di interazione aggressive, come lo spray anti-orso. L’impiego del bear spray è consentito in USA, Canada, Russia e in numerosi Paesi europei come Svezia, Slovenia, Slovacchia Polonia e Romania. L’utilizzo di questo dispositivo ha mostrato la sua efficacia nel gestire i rari casi di aggressione di orsi ad escursionisti e la sua legalizzazione in ambito alpino, con le dovute accortezze, potrebbe aiutare a evitare i pochi casi di attacco. Lavorare ora su comunicazione e prevenzione significa diminuire le probabilità che simili eventi si ripetano in futuro.