É ancora emergenza incendi in Grecia, dove ad oggi sono stati registrati circa 4.000 roghi che hanno interessato oltre 30.000 ettari di superficie forestale. Fra questi sono stati colpiti diversi siti Natura 2000 e aree bruciate di recente o ripetutamente in passato, con impatti che inciso sul loro potenziale di rigenerazione naturale e aumentato il rischio di erosione e desertificazione nei luoghi vicini agli insediamenti urbani.
I dati e i calcoli dei danni sono ancora provvisori ma la situazione è davvero grave, considerando che la fase più intensa e pericolosa della stagione degli incendi si verifica ogni anno fra la fine di agosto e l’inizio di settembre.
Il grande incendio scoppiato lo scorso 11 agosto nella regione Attica, in poche ore ha percorso una distanza di 35 chilometri verso la periferia nord-est di Atene, dove le fiamme hanno bruciato oltre 10.000 ettari di superficie fra foresta e terreni a uso misto e circa un centinaio di abitazioni provocando una vittima e numerosi feriti.
Le fiamme hanno, inoltre, colpito anche la delicata vegetazione naturale del Monte Penteli, area ricoperta in gran parte da foreste e già colpita da numerosi incendi negli ultimi 30 anni. Questo territorio si trova ora gravemente minacciato dalla desertificazione, poiché il fuoco ha distrutto aree naturali rigenerate e compromesso vari sforzi di riforestazione.
L’impatto della crisi climatica
Le ondate di caldo estremo di quest’anno sono state più intense che mai e in Grecia già nel primo trimestre del 2024 gli incendi sono aumentati del 22% rispetto allo scorso anno. La crisi climatica giova un ruolo fondamentale nel peggioramento delle condizioni degli incendi boschivi nella regione, dove quest’anno sono stati battuti tutti i record in termini di temperature elevate, e ogni mese è stato il più caldo rispetto agli anni passati. La mancanza di precipitazioni significative in inverno e in primavera, poi, ha reso la vegetazione molto secca e infiammabile.
Natura e vite umane sono sempre più in pericolo e insieme a loro specie come volpi, bufali, cervi, sciacalli, tartarughe, altri rettili e decine di specie di uccelli stanno perdendo le loro case e sono feriti. Il numero di animali persi ogni estate in questi territori a causa delle ondate di calore e degli incendi risulta più che raddoppiato.
Il lavoro del WWF in Grecia
Il WWF in Grecia ha agito fin da subito per contrastare gli incendi partecipando attivamente con alcuni sui volontari alle azioni di spegnimento, fornendo attrezzature di emergenza ai gruppi di volontari che operano sul campo e sostenendo le azioni di salvataggio e ricovero degli animali selvatici delle zone colpite.
Una volta spenti tutti gli incendi il WWF monitorerà e analizzerà le condizioni delle aree colpire e svilupperà un’adeguata azione di protezione realizzando –dove necessario- progetti di ripristino e rinaturazione nelle aree colpite dalle fiamme.
Ma c’è ancora molto da fare.
In Grecia è necessario sviluppare una strategia a lungo termine per la gestione degli incendi boschivi. Il lavoro del WWF si concentra sul passaggio del sistema nazionale di protezione dagli incendi boschivi dalla soppressione alla prevenzione, che finirà per proteggere sia l’ambiente naturale che le persone, stabilire una cultura basata sulla scienza nella gestione degli incendi e favorire una maggiore partecipazione civile.
Il WWF agisce per sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto nel contrasto alla negligenza (una delle principali cause di incendi); mantenere alta l’attenzione sui fatti e sulle priorità effettive, sempre tenendo conto dell’adattamento al clima; sostenere le squadre antincendio volontarie come mezzo per migliorare la soppressione ma anche l’impegno della società civile e supportare i partner esperti nel fornire cure tempestive ed efficaci alla fauna selvatica colpita.
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Grecia in fiamme
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A causa dell’urgenza della situazione e dei pericoli associati alla raccolta di fotografie recenti, alcune immagini sono solo rappresentative della situazione reale.