Uno spettacolo unico. Alle Vasche di Maccarese sono tornati i fenicotteri rosa. Ben otto, arrivati da qualche giorno e in attesa di spiccare il volo per svernare nelle regioni del nord Africa. La loro presenza è stata una grande sorpresa per chi ha avuto in questi giorni la fortuna di entrare in una delle oasi del WWF più belle del litorale laziale. Il “mondo di quark” a due passi dalla capitale, dove la natura si è riappropriata dei suoi spazi. Nell’Oasi Vasche di Maccarese la presenza dei fenicotteri rosa è ormai consolidata, negli ultimi anni la loro permanenza si è fatta via via più stabile. Il gruppetto in rosa si è fermato nella quarta vasca, quella lasciata volutamente dal WWF con il livello d’acqua molto basso, in modo da permettere a questi eleganti uccelli di smuovere il fondale alla ricerca di cibo.
«Siamo estremamente felici di questa presenza – commenta Andrea Rinelli, responsabile delle oasi Wwf del Litorale Romano – ma non dimentichiamo che sono più di 180 le specie censite alle Vasche di Maccarese ogni anno, tra specie di passo, svernanti e stanziali. Un gioiello del nostro litorale che si va ad unire ad altri luoghi di elevato valore ambientale, tra cui le altre due oasi presenti a Fregene, quella di Macchiagrande e Bosco foce dell’Arrone». Tra gli otto esemplari uno è tracciabile, ha un dispositivo gps che descrive i suoi spostamenti, negli ultimi anni un ospite fisso della Vasche. «Lo chiamiamo il turco perché dopo essere stato qui parte in direzione della Turchia dove passa l’inverno – racconta Rinelli – potrebbe essere il testimonial di questo luogo straordinario».
Il “turco” aiuta a comprendere le rotte dei fenicotteri, partono da Spagna e Portogallo, sorvolano il mar Tirreno per poi atterrare nella loro “stazione di servizio” a Maccarese. Qui si riposano e si ristorano finché la temperatura non diventa troppo rigida, a quel punto ripartono tutti insieme in formazione tipo nel cielo, uno spettacolo nello spettacolo, diretti verso le sponde del nord Africa dove passano l’inverno. Le cinque vasche nascono nel 1970 con ben altro obiettivo, costruite a scopo venatorio, vengono riconvertite all’acquacoltura ma senza successo. A quel punto vengono abbandonate dall’Iri diventando il rifugio dell’avifauna. La svolta avviene il 25 gennaio del 2008 quando c’è il passaggio ufficiale, la Maccarese Spa affida in comodato gratuito la ormai splendida area naturalistica al WWF. L’accordo prevede l’annessione della nuova zona umida, circa 33 ettari, alla vicina area protetta di Macchiagrande di ben 310 ettari, una sorta di “super oasi” del litorale romano. Da quel momento in poi la metamorfosi è completa, da zona venatoria a paradiso naturalistico.
Il primo fenicottero rosa arriva il 2 novembre del 2012, poi ne seguiranno tanti altri e per periodi sempre più lunghi. E i fenicotteri sono solo la punta di diamante di un giacimento senza fine. Tutto l’anno ci sono gallinelle d’acqua, germani reali, folaghe e tuffetti; durante l’inverno anatidi come volpoche, alzavole, canapiglie, morette, codoni, moriglioni, mestoloni. Ancora cormorani, ghiotti di pesce, aironi bianchi, garzette, aironi cenerini che svolazzano anche nei canali di Maccarese. Poi specie molto rare come il tarabuso, l’aquila minore, il pettazzurro, oltre a ibis mignattaio e spatola. Tutti osservati dall’alto dal falco pescatore.
(Antonio Monaco)