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Valorizzazione del pesce povero e pescaturismo per salvare il mare

Dare maggior valore economico-culturale ai prodotti ittici poco conosciuticonsumati e, riscoprire attività turistiche che promuovano la cultura della piccola pesca in Italia e allo stesso tempo supportino economicamente i pescatori locali, nel quadro di una gestione sostenibile delle…

Dare maggior valore economico-culturale ai prodotti ittici poco conosciuticonsumati e, riscoprire attività turistiche che promuovano la cultura della piccola pesca in Italia e allo stesso tempo supportino economicamente i pescatori locali, nel quadro di una gestione sostenibile delle risorse alieutiche del Mediterraneo. In occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione del 16 ottobre, il WWF e il tavolo di cogestione di Porto Cesareo hanno lanciato l’iniziativa “Nel segno di Zerro”, con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di un pesce “povero” non richiesto dal mercato (lo zerro, appunto) e allentare la pressione su specie bersaglio come triglia e scorfanopalamite.  

La rivincita del pesce povero. E così tutti gli attori del progetto (WWF, Area marina protetta Porto Cesareo, cooperative di pescatori, associazioni di categoria, ASL, Comuni, GAL, Università, Capitaneria di Porto) si sono ritrovati intorno a un tavolo (anzi 4, viste le rigide regole di distanziamento fisico messe in atto) per provare i 5 piatti a base di zerro realizzati dall’azienda ittica Marevivo. 


Lo zerro è piaciuto, eccome. Dopo ogni piatto era prevista una votazione e un giudizio più dettagliato. Hanno vinto per distacco le “mezzelune” ripiene, al secondo posto le polpette e al terzo le schiacciatine, dove lo zerro era affiancato dalla seppia. “Un pesce non facile da lavorare, perché di piccola taglia e spinoso, ma i pescatori lo conoscono bene e lo gustano fritto appena pescato. Una prelibatezza” racconta Carmine Levantaci, tecnologo Marevivo Castro il ”tecnologo” che ha lavorato alla creazione dei piatti. Naturalmente per farne un piatto da grandi numeri il pesce, che si pesca da novembre a marzo, ha bisogno di procedimenti meccanici di lavorazione. “Lo zerro risulta comunque un ottimo esaltatore dei sapori” è stato detto da più parti. 

I presenti hanno valutato e votato le cinque portate, suggerendo anche modifiche e integrazioni per migliorarne il risultato. L’obiettivo è portare le ricette a base di zerro oltre il circuito ristretto, valorizzando un cosiddetto “pesce povero” come suggerisce il WWF, il cui obiettivo è ridurre lo sforzo di pesca già esercitato su altre di diversificare le specie “bersaglio” di pesca. Un’idea lanciata durante la cena, dai responsabili dell’Area marina protetta di Porto Cesareo e dalle cooperative di pescatori presenti, è stata quella di proporre le polpette di zerro o le mezzelune ripiene alle mense scolastiche della costa leccese. Per fare dello zerro un pesce a… Km. Zero 

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Valorizzare prodotti ittici meno comuni Durante le riunioni tra i diversi stakeholder del tavolo di co-gestione di Porto Cesareo si è data particolare attenzione alle necessità dei pescatori locali ed in genere del settore ittico. Tra le varie esigenze messe in luce , una delle priorità emerse è stata la necessità di valorizzare prodotti ittici di scarso valore commerciale, meno noti ma altrettanto disponibili in ambito locale, come ad esempio lo zerro (Spicara smaris). Questo tipo di azione permette di rispondere alla necessità, ormai assodata in tutto il Mediterraneo, di “pescare meno, vendere meglio”, attraverso la diversificazione dell’attività rispetto alle risorse sfruttate e la valorizzazione del prodotto. A questo scopo è stata promossa l’interazione tra i pescatori di Porto Cesareo (90 imbarcazioni per 160 addetti) e un’azienda di trasformazione del prodotto ittico di Castro (Lecce). La trasformazione del prodotto contribuirà a modificare la dinamica di mercato relativa allo zerro. La pesca di questa specie ha infatti un’alta stagionalità (si concentra tra i mesi di novembre e febbraio) ma la risorsa, seppur abbondante, non è richiesta dal mercato. La trasformazione dello zerro permetterà ai pescatori di sfruttare questa risorsa durante la stagione e quindi integrare il loro guadagno. Ridurrà inoltre la pressione di pesca su altre specie che sono già sovrasfruttate e meno abbondanti e che quindi non rappresentano un guadagno sicuro per i pescatori. Ovviamente questa azione di valorizzazione dello zerro verrà affiancata da un programma di monitoraggio della specie stessa per assicurarne uno sfruttamento sostenibile  

L’esperienza del pescaturismo come fonte di ricchezza per i pescatori Il pescaturismo – praticato in Italia nel 2020 in 47 località suddivise in 11 regioni, quasi sempre in forma cooperativa, da 38 praticanti secondo Federcopesca (2009) – è una forma di attività turistica integrativa alla piccola pesca già regolamentata in ambito nazionale. Questa attività consente di portare a bordo dell’imbarcazione da pesca i turisti per mostrare loro come si svolge l’attività di pesca professionale e svolgere escursioni conoscitive al largo delle coste interessate. Durante un’uscita di pescaturismo si utilizzano gli attrezzi da pesca professionale solo a scopo dimostrativo. Il pescaturismo può essere considerato quindi a tutti gli effetti un’attività di diversificazione della pesca professionale ed è stata istituita proprio con lo scopo di integrare il reddito dei pescatori, riducendo al contempo lo sforzo di pesca. Se condotto in modo appropriato, il pescaturismo dovrebbe ridurre l’intensità delle attività di pesca, contribuire alla gestione sostenibile delle risorse alieutiche, promuovere il patrimonio culturale della pesca artigianale, e creare un’altra fonte di reddito per un settore ad oggi particolarmente in crisi anche a causa delle più recenti difficoltà di mercato create dall’emergenza Covid-19. Non a caso WWF Travel lo propone tra le sue offerte di turismo sostenibile e amico dell’ambiente. 

 GLI ‘ATTORI DEL PROGETTO’ 

Giuseppe Fanizza – presidente cooperativa “Pescatori dello Jonio”
Vincenzo Ciullo – CEO Azienda Marevivo Castro  
Paolo D’Ambrosio – Direttore AMP Porto Cesareo  
Maurizio Vetrugno – ASL Lecce  
Claudia Scianna – WWF Italia, Coordinatrice progetti piccola pesca e AMP 
Membri tavolo di cogestione di Porto Cesareo: AGCI Puglia Area Marina Protetta Porto Cesareo ASL Lecce – Dipartimento di Prevenzione Capitaneria di Porto di Gallipoli Federazione provinciale Coldiretti Lecce Comune di Nardò Comune di Porto Cesareo Confcooperative Fedagripesca – Puglia Cooperativa Armatori Jonica Cooperativa Pescatori dello Jonio Università di Trieste, Dipartimento di Scienze della Vita Gal Terra D’Arneo La Bussola del Salento Soc. Coop. Legacoop Puglia Società Cooperativa Pescatori Salentini Ufficio Locale Marittimo di Torre Cesarea 
 

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