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Proposte delle Associazioni Ambientaliste per la gestione dei litorali toscani

Dopo l’incontro del 20 Maggio 2020, sul tema della gestione degli ambienti costieri della Toscana, vengono definite le azioni, a nostro avviso, fondamentali per migliorare la sostenibilità della fruizione di questi preziosi habitat della nostra Regione. Consapevoli delle…

Dopo l’incontro del 20 Maggio 2020, sul tema della gestione degli ambienti costieri della Toscana, vengono definite le azioni, a nostro avviso, fondamentali per migliorare la sostenibilità della fruizione di questi preziosi habitat della nostra Regione.

Consapevoli delle responsabilità e delle prerogative della Regione Toscana, delle amministrazioni comunali e dei Parchi interessati da territorio costiero, con questa nostra nota abbiamo inviato un contributo costruttivo, in una fase eccezionale e drammatica della nostra storia, affinché il tanto auspicato ritorno alla normalità non si risolva in un mero e caotico ritorno ai paradigmi del passato.
Auspicando, invece, che dalla lezione ruvida che ci ha impartito la pandemia, venga tradotta come sistema regionale con orientamenti ancor più vocati all’ecologia e, quindi, a stili di vita (individuali e collettivi) più sobri e sostenibili.
In questo senso, riteniamo sia fondamentale assicurare che: 
• Non sia previsto alcun “allargamento” degli spazi soggetti a concessioni balneari a scapito delle spiagge libere (pur nella comprensibile necessità di favorire il distanziamento sociale anti/contagio).
• Qualsiasi intervento o azione salvaguardi in modo integrale gli habitat dunali e retrodunali, veri e propri scrigni di biodiversità, oltre che aree di enorme valore paesaggistico, cui sono associati anche servizi ecosistemici fondamentali per la collettività (quali: la tutela delle falde costiere, la protezione dall’erosione marina, la conservazione della ruralità retrodunale). Questa direttiva, d’altronde, è già
esplicitamente contemplata dal Piano Paesaggistico della Toscana (PIT/PPR), che per queste aree prevede dispositivi di tutela integrale.
• Nell’avviare il programma di fruizione e la conseguente preparazione delle spiagge, sia fatta particolare attenzione alle situazioni di nidificazione di specie rare di avifauna – pensiamo in particolare al Fratino (Charadrius alexandrinus), uccello che e diventata una specie bandiera della biodiversità, dal momento che quest’anno diversi esemplari grazie al lockdown hanno riconquistato zone loro interdette per la forte presenza antropica. I punti interessati da nidificazioni di questa come di altre specie rare, dovranno essere accuratamente salvaguardati.
• Si strutturi e organizzi preventivamente una rete di soggetti (istituzionali e associativi) capaci di rispondere in tempi rapidi a eventi di grande importanza naturalistica, quali la nidificazione sulle spiagge di tartarughe marine (Caretta caretta), sempre più diffusa alle nostre latitudini negli ultimi anni, o ad altre situazioni di emergenza, quali lo spiaggiamento di cetacei, etc.
• Sia vietata severamente qualsiasi ingiustificabile ipotesi di sanificazione chimica delle spiagge.
• Salvo casi particolari e limitati (e in ogni caso previa specifica formazione degli operatori balneari), sia esclusa la pulizia meccanica delle spiagge, che arreca gravissimi danni a vegetazione e fauna accelerando i processi di erosione delle dune, e si proceda invece con campagne organizzate di pulizia manuale.
Da questo punto di vista, per tali pulizie, suggeriamo i seguenti capisaldi:
1) formazione costante degli operatori balneari e dei concessionari per assicurarne consapevolezza civica e sensibilità dal punto di vista ambientale;
2) realizzazione di pulizie meccaniche nelle sole aree in concessione e limitatamente alle zone direttamente interessate da ombrelloni e sdraio e/o negli spazi immediatamente antistanti;
3) altrove: rimozione dei rifiuti, soprattutto plastici, con particolare cura nei primi metri dalla linea di battigia, e mantenimento integrale invece del legname spiaggiato nella restante parte dell’arenile fino al piede dunale, (in questo modo nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli si sono creati circa 8 ettari di nuove dune in 5 anni, e a costo zero!).
Riteniamo qui importante ribadire l’importanza del materiale organico spiaggiato, sia per i motivi naturalistici già ricordati, che per la tutela strutturale della duna, sottoponendo alla vostra attenzione un fenomeno finora poco considerato, la pratica ludica di qualche bagnante che realizza capanne col legno spiaggiato, calpestando e disturbando organismi che vivono al suo interno (larve di coleotteri, imenotteri, etc.). Una pratica quindi che andrebbe assolutamente vietata.
• Nelle spiagge libere si utilizzi esclusivamente la fascia afitoica, con divieto di calpestare tutte le zone colonizzate da piante e/o da depositi di materiale naturale.
• Siano tutelate le zone di maggior pregio naturalistico (limitandone gli accessi, sulla base di una precisa capacità di carico), in particolare i litorali ricompresi in Aree Protette o in Siti Natura 2000.
• Per le spiagge di maggior valore naturalistico, si studino soluzioni di allontanamento degli accessi stradali, rendendone la fruizione possibile soltanto a seguito di percorsi ciclopedonali impegnativi.
• Sia severamente vietato l’accesso alle spiagge in orario notturno, per non arrecare disturbo alle molte specie selvatiche che di notte cercano cibo e per non interferire su eventuali approdi notturni della Caretta caretta in fase di deposizione delle uova.
• Sia studiato un sistema di contingentamento degli accessi, in generale, per tutte le spiagge, non solo per le ragioni sanitarie che abbiamo imparato a osservare in questi mesi, ma sulla base di un principio che in prospettiva possa costituire uno strumento stabile di tutela degli ambienti da sovraccarichi di fruizione e nello stesso tempo un elemento di aumentata qualità del turismo offerto.
• Sia preparata una tabellonistica diffusa (in lingua italiana e inglese) che, oltre a includere le norme di comportamento legate al contrasto della pandemia, comprenda anche, con analoga evidenza, le norme di comportamento da tenersi per rispettare e conservare l’ambiente e la biodiversità, nonché il racconto dei valori paesaggistici, storici e naturalistici delle singole aree che si andranno a fruire.

In ordine alla gestione sostenibile dei flussi di materia, siamo inoltre a richiedere che: 
• Siano subito individuate misure per arginare il fenomeno dell’usa e getta (in particolare della plastica), che a causa della pandemia rischia di riesplodere, dopo le lodevoli iniziative plastic free adottate dalla Regione Toscana e dai comuni costieri nell’estate 2019; da questo punto di vista, riteniamo vada altresì stigmatizzato l’abuso che si sta facendo dei guanti in lattice e che vada invece ricordato che è assai più efficace un lavaggio frequente e accurato delle mani.
• Si promuova una filiera toscana di autoproduzione di dispositivi di protezione individuale (mascherine), completamente lavabili e riutilizzabili, in vista di una progressiva ma totale sostituzione di quelle usa e getta (in polipropilene) distribuite fino ad oggi, le quali se disperse rischiano di costituire un enorme problema ambientale per la nostra regione e per il nostro Paese.
• Siano organizzati servizi di raccolta differenziata dei rifiuti adeguati a volumi di fruitori probabilmente superiori al consueto, e studiati per far si che le persone conferiscono i propri scarti in punti di raccolta adeguatamente distanziati dagli habitat costieri, promuovendo la buona pratica del riportare indietro tutto ciò che si porta in spiaggia, rifiuti compresi.
• Si applichino simili azioni di tutela non solo agli ambienti litoranei marini, ma anche a quei corpi d’acqua dolce (laghi, fiumi, torrenti) che per le loro caratteristiche potranno essere plausibilmente meta di simili fruizioni turistico-balneari.

Si ribadisce, infine, la necessità di attuare gli interventi previsti dalla Strategia regionale per la Biodiversità della Regione Toscana, come approvata con DCR 10/2015, per il Target di conservazione “Ambienti costieri”. In particolare tra questi:
1. Redazione di linee guida/norme regionali per la pulizia delle spiagge
2. Realizzazione di campagne periodiche di informazione/sensibilizzazione dei fruitori delle coste e dei servizi balneari
3. Realizzazione della sentieristica attrezzata in aree costiere dunali.
4. Redazione di linee guida/norme regionali per la redazione dei piani comunali degli arenili (strumenti che dovrebbero garantire la sostenibilità ambientale dei carichi turistici)
5. Realizzazione di interventi di riqualificazione e ricostituzione di sistemi dunali alterati
6. Realizzazione di un coordinamento della gestione degli ambienti costieri, attraverso un Piano regionale sul modello della Conservatoria delle coste francesi
7. Istituzione di nuovi Siti Natura 2000 o di nuove Aree protette in aree costiere di eccezionale valore naturalistico, fino ad oggi non tutelate.

Al fine di contribuire a quanto sopra, come già emerso nel corso della riunione, chiediamo che:
➢ sia avviata una collaborazione urgente fra Associazioni Ambientaliste, ANCI e Regione Toscana per la definizione di un sintetico DECALOGO sui comportamenti da tenere o evitare nella fruizione delle spiagge, da inserire nella cartellonistica e/o comunque nelle attività di comunicazione variamente connesse all’emergenza coronavirus; un’occasione di sensibilizzazione ambientale di massa dal nostro punto di vista irripetibile, e quindi assolutamente da non sprecare;
➢ sia costituito un tavolo fra le scriventi Associazioni Ambientaliste e i competenti Assessorati Regionali sull’applicazione delle misure previste dalla Strategia Regionale per la Biodiversità per gli ambienti costieri;
➢ si individuino insieme azioni di sensibilizzazione e formazione sulla tutela ambientale rivolti a cittadini e operatori, nonché interventi di tutela diretta (vedasi azioni di conservazione di specie rare), su cui possa essere testata una fruttuosa collaborazione da parte delle Associazioni Ambientaliste con le Istituzioni regionali e locali. In questo senso, si ribadisce la piena disponibilità a concorrere a formare in tema ecologico quel “personale” che pare attualmente destinato a mere attività di controllo e sorveglianza delle norme anti/contagio.

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