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Il WWF insieme a chi si mobilita per il clima

Venerdì 27 settembre, in tutto il mondo, si è tenuta la terza mobilitazione globale per il clima, organizzata dal movimento Fridays for Future e a cui erano invitati i giovani, ma anche tutti i cittadini, per chiedere ai…

Venerdì 27 settembre, in tutto il mondo, si è tenuta la terza mobilitazione globale per il clima, organizzata dal movimento Fridays for Future e a cui erano invitati i giovani, ma anche tutti i cittadini, per chiedere ai governi la fine dell’era dei combustibili fossili e di intraprendere azioni urgenti allo scopo di evitare il collasso climatico. 
Il WWF, che ha offerto il proprio supporto attraverso la community di WWF YOUng, ha sostenuto i ragazzi e le ragazze e partecipato al corteo che alle ore 10 è partito da Piazza della Repubblica a Roma e in contemporanea in decine di città italiane. 

Gli scienziati parlano chiaro: siamo di fronte a una crisi climatica. L’impatto del cambiamento climatico è già avvertito dalle comunità a livello globale e il nostro eccessivo sfruttamento delle risorse naturali sta spingendo la natura verso un terribile declino. Ieri il nuovo report dell’IPCC, il panel scientifico sul clima dell’ONU, ha mostrato che il surriscaldamento degli oceani e fusione dei ghiacciai sono tra le conseguenze più drammatiche della crisi climatica: nessuna parte del mondo sarà risparmiata da questi effetti che potrebbero rivelarsi catastrofici. 

A causa soprattutto della fusione dei ghiacci terrestri (in primis quelli della Groenlandia) i mareografi ci dicono che la crescita del livello del mare è stata di circa 18 centimetri negli ultimi 100 anni come media globale e circa 13.5 centimetri nel Mediterraneo. L’Enea ha identificato in Italia 33 aree sensibili che, sulla base della loro attuale posizione (oggi depresse, cioè sotto il livello del mare) sono particolarmente vulnerabili: le aree più estese si trovano sulla costa settentrionale del mare Adriatico tra Trieste e Ravenna, dove il previsto innalzamento del livello del mare potrebbe allagare (a seconda degli scenari presi in considerazione) da 4.957 km2 a 5.451 km.2. Ma non solo la pianura Padana è a rischio: negli ultimi 100 anni i mareografi hanno registrato quasi 25 centimetri di innalzamento del livello del mare a Venezia, per effetto combinato dello scioglimento dei ghiacci e dell’abbassamento della terra. 

In occasione del summit sul clima dell’ONU, che si è tenuto a New York, il WWF e altri autorevoli organismi internazionali hanno chiesto di firmare una Dichiarazione di emergenza per la Natura e le Persone alle Nazioni Unite nel 2020, con l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile per l’umanità e la natura. Questo impegno condiviso darebbe la spinta politica necessaria per trasformare il 2020 in un anno di svolta per il pianeta, con un’assunzione delle responsabilità sull’impatto ambientale globale degli stati. La presenza del ministro dell’Ambiente italiano Sergio Costa e le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’evento coordinato dal WWF in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York dimostrano che anche il governo italiano nella sua collegialità ha preso coscienza che l’emergenza globale per la crisi climatica e la perdita gli biodiversità deve essere affrontata definendo un nuovo Patto per la Natura e le Persone che consenta di  dare il via un’azione coordinata per il contrasto ai cambiamenti climatici, la tutela della natura e lo sviluppo sostenibile. 

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