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Tra Africa e Asia sono meno di 30mila i rinoceronti liberi in natura

Il rinoceronte è uno degli animali simbolo della selvaggia natura africana e asiatica, ma le future generazioni rischiano di conoscerlo solo attraverso foto o video. Insieme all’elefante, questo grande pachiderma, incarna forza e tenacia. Potrebbe sembrare quasi inattaccabile,…

Il rinoceronte è uno degli animali simbolo della selvaggia natura africana e asiatica, ma le future generazioni rischiano di conoscerlo solo attraverso foto o video. Insieme all’elefante, questo grande pachiderma, incarna forza e tenacia. Potrebbe sembrare quasi inattaccabile, invece oggi è in grave pericolo e a minacciarlo è l’uomo. Per cercare di contrastare questa tendenza, ma anche per sensibilizzare governi e opinione pubblica, il WWF Sudafrica ha lanciato nel 2010 la Giornata mondiale del rinoceronte, che ogni anno si celebra il 22 settembre.

Oggi sopravvivono in natura 5 specie di rinoceronte. In Africa sono presenti il Rinoceronte bianco (Ceratotherium simum) e quello nero (Diceros bicornis), mentre in Asia sono presenti 3 specie differenti, il Rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), il Rinoceronte di Giava o della Sonda (Rhinoceros sondaicus) e il Rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis). Ma i numeri sono davvero preoccupanti: in totale, tra Africa e Asia sopravvivono meno di 30.000 individui. Mentre timidi segnali di ripresa si registrano negli ultimi anni per il rinoceronte bianco, che soprattutto grazie al ruolo delle aree protette africane, sembra contare oggi circa 20mila individui, lo stesso non si può dire per il cugino “minore” africano, il rinoceronte nero, che conta meno di 5.000 individui. Ancora peggiore la situazione per i rinoceronti asiatici, che sono meno di 4.000, di cui in grandissima parte rinoceronte indiani. Le popolazioni di rinoceronti di Sumatra e di Giava, con poche decine di esemplari ancora presenti in natura, sono prossime all’ estinzione.

Il corno di rinoceronte, usato dalle medicine tradizionali di Cina e Vietnam, ma anche  considerato oggetto di grande valore e utilizzato come status symbol da nuovi ricchi asiaticiè richiestissimo (nonostante i divieti) e può essere venduto fino a 90mila dollari al chilo. Proprio a causa di questo commercio illegale e alla riduzione degli habitat naturali, negli ultimi anni le popolazioni di rinoceronte hanno subito un drammatico declino. Questa specie simbolo è scomparsa in molti paesi africani, mentre alcune sottospecie si sono definitivamente estinte, come nel caso del Rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), di cui sopravvivono solo due femmine in cattività. In questo caso però, negli ultimi giorni si è riaccesa una speranza: agli ovociti prelevati dalle due femmine rimaste, e fecondati dallo sperma prelevato dagli ultimi due maschi deceduti di recente, sono stati ricavati due embrioni in vitro. Il gruppo del laboratorio Avantea di Cremona ha diretto le operazioni e conservato gli embrioni in azoto liquido, pronti per essere trasferiti in una madre surrogata.

La scomparsa definitiva del rinoceronte equivale alla perdita di un tassello fondamentale per gli ecosistemi. Ma la conservazione di queste popolazioni non è solo una problematica ecologica ed etica. Il rinoceronte riveste anche un importante ruolo economico e sociale, legato al reddito prodotto dalle aree protette e dal turismo ad esse associato. La sua conservazione può fornire opportunità per incrementare il flusso di benefici economici verso i paesi che  li conservano. Uno studio del 2015 ha stimato infatti che il turismo legato alla grande fauna africana crei introiti per 124 miliardi di dollari all’anno, e stima che potenzialmente i guadagni raggiungeranno i 262 miliardi di dollari entro il 2030. Ma per conservare il rinoceronte sono necessari sforzi incessanti, da parte di tutti. In primis è necessario mantenere in campo un’efficace protezione e vigilanza, mediante pattugliamenti intensivi, indagini e controllo delle pratiche di bracconaggio. Ancora oggi centinaia di rinoceronti ogni anno vengono uccisi dai bracconieri. Alcuni risultati già si vedono in qualche area, come nel Parco del Kruger, in Sudafrica, dove la pratica del bracconaggio a questa specie sta diminuendo grazie al rigido controllo operato dai guardiaparco. Proprio da lì arriva la storia di Goose, giovane femmina di rinoceronte nero salvata da un attacco dei bracconieri, che dimostra come con un serio impegno si possa combattere questa vile pratica. Veterinari e guardiaparco stanno cercando di farle guarire una zampa, rimasta seriamente danneggiata, con bendaggi e antidolorifici e le sue condizioni stanno migliorando.
 
Il WWF è da anni in prima linea per la salvaguardia del rinoceronte. Insieme all’IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura) e ad altre ONG locali lavoriamo attivamente per la conservazione delle residue popolazioni di rinoceronti. Ciò include l’assistenza ai governi nei loro sforzi per proteggere le specie contro il bracconaggio e preservare ciò che resta del loro habitat, programmi di riproduzione in cattività e la pressione sui paesi affinché vietino il commercio dei corni. Inoltre, in collaborazione con INTERPOL, definiamo mappe del crimine internazionale che commercia il corno di rinoceronte, e recentemente in Nepal stiamo collaborando alla traslocazione di animali dai luoghi più insicuri e più esposti al bracconaggio a quelli che forniscono maggiori garanzie di protezione.

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