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Lampedusa deve tornare riferimento per tartarughe marine

Le inutili polemiche di questi giorni sulla gestione del nido di tartarughe a Linosa e sul trasferimento di alcuni esemplari recuperati al centro Zooprofilattico di Palermo non possono certo smentire la straordinarietà di quanto fatto dall’Area Marina Protetta:…

Le inutili polemiche di questi giorni sulla gestione del nido di tartarughe a Linosa e sul trasferimento di alcuni esemplari recuperati al centro Zooprofilattico di Palermo non possono certo smentire la straordinarietà di quanto fatto dall’Area Marina Protetta: con il presidio costante del nido sulla spiaggia di Cala Pozzolana di Ponente si è garantita la nascita e il raggiungimento del mare di 31 esemplari di tartarughe marine Caretta caretta. Il trasferimento a Palermo dei 2 esemplari di tartarughe marine Caretta caretta, è stato necessario perché il centro di Lampedusa non risulta più idoneo al trattamento degli animali recuperati, tant’è che dal mese di gennaio il WWF Italia, comunicando alla Regione una serie di difficoltà logistiche e gestionali, ha chiesto il trasferimento degli esemplari esistenti in strutture più idonee. Inoltre, un Decreto Regionale del 2014 indica il Centro Zooprofilattico di Palermo come riferimento tecnico scientifico per il recupero delle tartarughe.

Il nido è stato presidiato da lunedì 19 agosto, circa 40 giorni dopo l’ovodeposizione, avvenuta lo scorso 8 luglio. Proprio quel pomeriggio, alla presenza della biologa marina e addetta al monitoraggio del progetto “Monitoring and management of nesting sites in the MPAs Pelagie Islands” Irene Cambera, ha iniziato a crepare il cono di emersione del nido e nella notte fra il 20 e il 21 agosto sono nati in i primi 8 piccoli di Caretta caretta, alla presenza anche di Giulia Visconti, responsabile dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie. Anche le polemiche sul fatto che ci fosse del personale assente in quelle due ore della mattina, circostanza relativa ad un problema logistico nell’avvicendamento nei turni di sorveglianza necessari a ricaricare le torce e recuperare dei materiali, risultano strumentali visto che i due operatori presenti quel giorno hanno prontamente disposto il trasferimento verso il largo non appena hanno ricevuto l’alert e nel giro di un’ora i piccoli erano già a largo in piena salute. I piccoli erano già stati posizionati sotto il tendaggio di copertura del nido, in una bacinella con la sabbia a cui poi è stata aggiunta acqua. Le biologhe hanno verificato il loro pieno stato di salute e gli standard biometrici, hanno raccolto i dati e li hanno accompagnati in mare grazie all’imbarcazione di un pescatore che da anni collabora e mette a disposizione i suoi mezzi per queste attività. Da quel momento il nido è presidiato giorno e notte, e sarà dismesso solo se passate 48 ore non si verificheranno altre emersioni. Gli operatori dedicati al nido per tutta la durata della schiusa sono in 5 e si alternano nei giorni di schiusa.

L’Area Marina Protetta, che dal giugno 2018 è intestataria di un progetto internazionale sul monitoraggio dei nidi di Caretta caretta presso l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie ha presentato e ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dall’ISPRA regolare autorizzazione in deroga al DPR 357/97 per il monitoraggio dei nidi, della schiusa e contestuale raccolta di dati biometrici della prole della tartaruga. L’autorizzazione è in capo alla Area Marina Protetta delle Isole Pelagie e ha come supervisor scientifici l’Università degli Studi di Palermo e la Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli. (tutti i dati di progetto e i primi risultati sono visibili nel sito www.ampisolepelagie.it progetto MedPAn).

L’interesse di tutti è quello di creare a Lampedusa un punto di riferimento per il recupero e lo studio delle tartarughe marine che operi in stretta collaborazione istituzionale in particolare con l’Area Marina Protetta. Per il questo il WWF ha sottoscritto un apposito protocollo d’intesa con l’Area Marina Protetta gestita dal Comune di Lampedusa, con l’Istituto Zooprofilattico della Sicilia e con l’Associazione Marevivo, l’intento è quello di operare tutti con maggiore sinergia e collaborazione e quindi di realizzare un nuovo centro, previo tutte le autorizzazioni veterinarie, presso le strutture certamente più idonee dell’Area Marina Protetta. La prospettiva è anche quella di riattivare il centro tartarughe di Linosa, di aprirsi ad una positiva collaborazione con la Riserva Regionale dell’Isola dei Conigli che rappresenta un luogo strategico per la riproduzione delle tartarughe, di vedere la partecipazione di primari soggetti scientifici di livello internazionale come l’Istituto Anton Dohrn che già oggi è riferimento sia del WWF che dall’Area Marina protetta.

Così in un comunicato congiunto del WWF con il sindaco di Lampedusa e Linosa e presidente dell’Area Marina Protetta “Isole Pelagie” Salvatore Martello.

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