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Intervenire subito sulle strutture pericolose per l’Orso Marsicano

Il servizio di sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha completato il censimento delle strutture potenzialmente pericolose per l’incolumità dell’Orso bruno marsicano nell’area del Parco e nella Zona di Protezione Esterna. Un controllo del territorio che…

Il servizio di sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha completato il censimento delle strutture potenzialmente pericolose per l’incolumità dell’Orso bruno marsicano nell’area del Parco e nella Zona di Protezione Esterna. Un controllo del territorio che si era reso necessario dopo il tragico episodio del novembre scorso, quando tre orsi (una femmina con due cuccioli dell’anno) erano annegati in una vasca di raccolta dell’acqua piovana in località Le Fossette nel comune di Villavallelonga, dove già nel 2010 erano morti nelle stesse circostanze altri due orsi. Nella stessa vasca è quindi morta il 10% della popolazione residua di orso nell’Italia centrale, che oggi conta solo 50-55 individui.                                           
Il censimento effettuato dal Parco ha permesso di individuare 37 strutture potenzialmente pericolose (vasche, pozzi, serbatoi) ricadenti nei territori di 16 Comuni. 

Il WWF ha molto apprezzato l’impegno del Parco, opportunamente condotto anche al di fuori dei suoi confini amministrativi, ed esprime soddisfazione per la conclusione di questa necessaria operazione preliminare. Allo stesso temposottolinea la necessità che vengano adottati interventi celeri per la messa in sicurezza di tutti i siti potenzialmente pericolosi, fondamentale oggi più che mai con l’inizio della stagione estiva, quando gli orsi cominciano a muoversi in misura maggiore sul territorio. 

Già in questi giorni l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, grazie ai fondi del WWF Italia del Progetto “Orso 2×50” che mira al raddoppio della popolazione di Orso bruno marsicano entro il 2050, sta intervenendo apponendo una griglia su un pozzo incustodito nel Comune di Anversa degli Abruzzi e rafforzando le misure di protezione già presenti su altri due pozzi. Stesso intervento è programmato anche per un altro pozzo ad Ortona dei Marsi. 

Il WWF, dopo il tragico episodio del novembre 2018, aveva coinvolto tutti i prefetti dell’areale interessato dalla presenza dell’orso, chiedendo un intervento immediato, tenuto conto che le strutture non rappresentano un rischio solo per la fauna selvatica, ma anche un pericolo per l’incolumità pubblica. Per questo il WWF invierà lettere di sollecito alle Amministrazioni Comunali nei cui territori ricadono le strutture a rischio, richiedendo un intervento veloce, efficace e duraturo. 

“Appena le condizioni meteo ce lo hanno consentito, ci siamo attivati per le necessarie verifiche e ora siamo in grado di partire con i lavori- dichiara Sefora Inzaghi, direttrice dell’Oasi WWF Gole del sagittario-. Dobbiamo essere tutti consapevoli che per garantire un futuro all’Orso bruno marsicano occorre prima di tutto eliminare le potenziali minacce nell’areale di attuale presenza e di espansione del plantigrado più raro del Pianeta”.

Il WWF ribadisce la propria disponibilità a fornire un supporto ai comuni interessati e al personale dell’Ente Parco per le altre attività di messa in sicurezza, finanziando parte degli interventi e fornendo, ove necessario, un contributo alle operazioni con i propri volontari presenti sul territorio. A luglio e agosto il WWF ha organizzato quattro campi di volontariato nel territorio del Parco finalizzati ad azioni concrete sul campo e di sensibilizzazione.

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