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Spiagge pulite, ma no all’uso delle ruspe

L’approssimarsi della stagione balneare sta spingendo in questi giorni i gestori di lidi e villaggi turistici calabresi a far ripulire i tratti di spiaggia di propria pertinenza da tutto il materiale che le mareggiate invernali hanno depositato sugli…

L’approssimarsi della stagione balneare sta spingendo in questi giorni i gestori di lidi e villaggi turistici calabresi a far ripulire i tratti di spiaggia di propria pertinenza da tutto il materiale che le mareggiate invernali hanno depositato sugli arenili. Il più delle volte, purtroppo, questa pur necessaria operazione, viene compiuta mediante l’utilizzo di pale e mezzi meccanici che spianano e lisciano letteralmente le spiagge, rendendole simili a tavoli da biliardo. Il WWF ricorda a proposito che i litorali, soprattutto i sistemi dunali, rappresentano dei veri e propri ecosistemi, con una loro fauna e una loro flora da tutelare, proprio perché divenute sempre più rare e minacciate.
E’ il caso ad esempio del fratino, un piccolo uccello di colore marrone chiaro, petto bianco, zampe nere e due macchie (nere nel maschio) ai lati del collo,  che per nidificare sceglie proprio gli ambienti sabbiosi  della costa, depositando le sue tre uova mimetiche direttamente sulla sabbia o tra i sassi e pertanto difficilissime da individuare: un comportamento riproduttivo che espone le uova e i pulcini  al pericolo sempre più incombente di essere schiacciati da certe drastiche operazioni di pulizia. A ciò si aggiunga la diffusa abitudine di scorrazzare sulle spiagge con moto, quad e fuoristrada, contribuendo  in tal modo  ad alterare anche  la particolare flora  che vegeta sulle spiagge, a cominciare dallo splendido giglio di mare.
Se si considera che le coppie di fratino nidificanti lungo i quasi ottomila chilometri di coste italiane, in gran parte già invase dalla cementificazione e dal turismo di massa, ammontano a circa 1.500-2.000, si comprende l’importanza di salvaguardare le aree costiere adatte alla nidificazione. Non dimentichiamo però che le nostre spiagge custodiscono anche un altro prezioso elemento della biodiversità, rappresentato dalla nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta che, proprio in Calabria, fa registrare ogni anno circa il 60-70% di tutti i nidi censiti in Italia, per come è stato accertato ormai dal 2000 grazie alle ricerche del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria.
Proprio allo scopo di scoprire e tutelare i nidi di Caretta e di fratino,  è sulla linea di partenza un vasto e impegnativo progetto, approvato dalla Regione e finanziato con fondi europei, che prevede il monitoraggio delle spiagge per individuare in tempo i siti di deposizione e adottare, ove si presentino particolari condizioni di criticità,  tutte le misure idonee ad assicurare la schiusa delle uova e il successo riproduttivo della specie. Il progetto coinvolgerà, sulla base di una specifica zonizzazione costiera, sia il WWF Italia che l’Associazione “Caretta Calabria Conservation”, sulla base, trattandosi di specie protetta, di specifiche autorizzazioni, rilasciate dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Il WWF rivolge pertanto  un accorato appello a tutte le amministrazioni dei comuni costieri e ai gestori di lidi, villaggi turistici ecc.  affinché evitino operazioni di pulizia  dei litorali mediante l’utilizzo di ruspe, o di qualsiasi altro mezzo meccanico, che potrebbero distruggere nidi di fratino o di tartaruga. Siamo convinti, e le esperienze lo dimostrano, che una spiaggia dove si rispetta l’ambiente , la flora e la fauna, sarà senz’altro più apprezzata anche da chi la frequenta per la balneazione, rappresentando, questi elementi, dei fattori straordinari anche per la valorizzazione  turistica sostenibile del territorio costiero calabrese dopo i troppi oltraggi che ha dovuto subire per decenni.

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