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Tonni e squali sempre piu’ a rischio

Dopo otto giorni di intensi negoziati, l’UE e le 50 nazioni dedite alla pesca del tonno, che costituiscono la Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico (ICCAT), lasciano la Croazia senza aver adottato alcuna delle misure necessarie…

Dopo otto giorni di intensi negoziati, l’UE e le 50 nazioni dedite alla pesca del tonno, che costituiscono la Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico (ICCAT), lasciano la Croazia senza aver adottato alcuna delle misure necessarie per fermare il massiccio e illegale commercio del tonno rosso e il sovrasfruttamento dei tonni tropicali (tonno pinne gialle e tonno obeso).
E’ stata nuovamente bloccata anche la messa al bando del finning, la crudele pratica di “spinnamento” degli squali (che vengono privati delle pinne e ributtati in mare agonizzanti), mettendo le specie ancora più a rischio. Il WWF condanna fermamente le decisioni irresponsabili delle parti contraenti dell’ICCAT che continuano a consentire l’esaurimento di preziose risorse ittiche a vantaggio di interessi privati e persino criminali.

Alessandro Buzzi – WWF Mediterranean Marine Initiative, ha dichiarato: “Il fallimento delle parti contraenti dell’ICCAT nel trovare una risposta unita e forte contro le attività criminali e insostenibili nella pesca del tonno è deplorevole. Il risultato di oggi lascerà gli operatori senza scrupoli liberi di continuare a contrabbandare grandi quantità di tonno non dichiarato, attività che alimenta reti criminali ed esaurisce le popolazioni di tonno a scapito della sicurezza dei consumatori. La decisione di ignorare le raccomandazioni scientifiche e di rinviare di un altro anno qualsiasi azione volta a contrastare il sovrasfruttamento del tonno pinna gialla, già minacciato, potrebbe seriamente compromettere il recupero di questa specie. È molto deludente – conclude Buzzi – vedere che non esiste una seria volontà politica per garantire la piena legalità e sostenibilità di queste attività di pesca”.
 
La proposta originaria dell’UE di un piano di gestione più stringente, che avrebbe incluso alcune nuove misure di flessibilità (principalmente estensione della stagione e aumento della capacità di pesca e più flessibilità sulle catture accessorie), garantendo al contempo il recupero delle specie e l’aumento dei controlli, è stata fortemente indebolita dalle parti contraenti dell’ICCAT del Mediterraneo meridionale e orientale (Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Turchia). 
Il WWF non appoggia l’accordo finale che include la flessibilità senza rafforzare i controlli, senza garantire legalità e sostenibilità. La necessità di tali misure è stata recentemente sottolineata da una recente indagine sul commercio illegale di tonno rosso Thunnus thynnus, che ha scoperto un’operazione internazionale del valore di 12 milioni di euro all’anno e ha coinvolto aziende spagnole, porti francesi e italiani e allevamenti di tonno rosso maltesi.
 
Inoltre, la pesca eccessiva continuerà ad esaurire gli stock di tonno obeso (Thunnus obesus) e di tonno pinne gialle a causa della mancata adozione di un piano di gestione ambizioso. 
La proposta presentata ha ignorato le raccomandazioni scientifiche, che richiedevano una notevole riduzione delle catture per i giovanili di tonno nonché misure di gestione supplementari per i principali attrezzi da pesca al fine di ridurre gli impatti negativi su queste specie. Il WWF esorta vivamente le parti contraenti dell’ICCAT a concordare misure di gestione basate sulle evidenze scientifiche almeno in occasione della prossima riunione nel novembre 2019. Nel frattempo, incoraggiamo l’UE e altre nazioni dedite alla pesca a intraprendere azioni volontarie per affrontare urgentemente il sovrasfruttamento del tonno obeso e del tonno pinna gialla (Thunnus albacares) .
 
Il WWF è preoccupato anche per l’assenza di un accordo per stroncare la crudele pratica del finning, e la mancanza di misure necessarie per evitare l’attuale sovrasfruttamento e le catture accidentali (bycatch) di specie quali lo squalo mako (Isurus oxyrinchus) e la verdesca (Prionace glauca).

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