Bisogna colorare di verde una finanziaria grigia.
Lo chiede il WWF che rileva come nella Manovra 2019 non ci sia alcun tratto originale, né strumento innovativo che determini un netto cambio di rotta rispetto al passato. Si resta sull’ordinario destinando alle politiche ambientali (difesa del mare e del suolo, bonifiche, aree protette, ISPRA e CITES, commercio internazionale di specie protette) 522 milioni di euro, pari a solo l’1,2% dell’ammontare complessivo della finanziaria (44,3 miliardi di euro, fonte: Servizio Studi della Camera e del Senato). Il WWF è convinto che sostenibilità ambientale e tutela della natura d’Italia, possano essere anche un volano per l’economia (l’Italia è il paese con la biodiversità più ricca d’Europa), per valorizzare e mettere in sicurezza il Paese e si rivolge al governo chiedendo atti concreti e significativi in favore dell’ambiente.
Adattamento ai cambiamenti climatici.
Sappiamo da anni che sarebbero necessari 40 miliardi per la manutenzione del territorio e la prevenzione del rischio idrogeologico, ma il ministro dell’Ambiente Costa è costretto solo ad annunciare, fuori finanziaria, un programma di investimenti per 900 milioni a triennio contro il dissesto provocato dai cambiamenti climatici. Il WWF chiede al governo di stornare le risorse necessarie per avviare il programma da quell’1,9 miliardi di euro che è destinato ancora una volta all’autotrasporto: 1,5 miliardi in “sussidi” e 341,5 milioni per “interventi”, quando in Italia l’86,5% delle merci viaggiano su gomma (contro il 76,4% della media europea, dati Eurostat 2018) e il settore dei trasporti con quello dell’energia contribuisce alla metà delle emissioni di gas serra (dati ISPRA 2016).
Rendicontazione degli investimenti amici del clima.
Un impegno per impostare strategie e realizzare interventi ‘zero carbon’ è richiesto agli investitori istituzionali, players importanti del nostro sviluppo economico sostenibile. Il WWF chiede che sia introdotta una disposizione, a costo zero, che chieda agli investitori istituzionali di pubblicare una rendicontazione annuale su come perseguano l’obiettivo dell’abbattimento delle emissioni di gas serra nelle loro politiche di investimento.
Economia e fiscalità ambientale.
Bisogna tradurre finalmente nel concreto il principio “chi inquina paga” usando la leva fiscale per penalizzare le attività che producono emissioni di anidride carbonica e introdurre sgravi fiscali per le tecnologie amiche del clima e delle fonti rinnovabili. Il WWF chiede che nella Manovra 2019 si introduca un taglio ai sussidi dei combustibili fossili, intervenendo con un primo taglio esemplare sugli almeno 12 miliardi di sussidi erogati a queste fonti dannose per il clima, assicurando così risorse per interventi virtuosi in campo energetico e ambientale.
Contro lo spopolamento delle aree terremotate.
Il fenomeno dello spopolamento delle campagna e delle aree interne del Paese fa mancare un presidio permanente per la tutela e la manutenzione del territorio. Il WWF chiede di destinare i 5 milioni di euro per il 2019 e di 20 milioni per il 2020, previsi all’articolo 49 della Manovra 2019, non per favorire l’insediamento nelle campagne di nuclei familiari con terzo figlio, ma per assicurar linee di finanziamento ai giovani, sino a 41 anni (ai sensi delle leggi vigenti), che vogliano avviare nuove aziende agricole, prioritariamente nelle aree del Centro Italia colpite dal terremoto del 2016.
Parchi perle d’Italia.
Poco più di 88 milioni di euro, in media con gli anni scorsi, sono destinati nel 2019 al funzionamento delle aree protette (parchi nazionali terrestri e aree marine protette) anche se è prevista l’istituzione nel tempo di 7 nuovi parchi terrestri. Il WWF chiede 40 milioni, stornando cifre già previste nella Manovra, da destinare all’istituzione di due nuovi Parchi Nazionali, di Portofino e Matese, previsti dalla Legge di Bilancio 2018 che si vanno ad aggiungere al Parco della Costa Teatina in Abruzzo (atteso da anni), al Parco Nazionale dell’isola di Pantelleria e ai nuovi tre parchi nazionali previsti in Sicilia: parco delle isole Egadi e del litorale trapanese, delle isole Eolie e dei Monti Iblei.
Per cambiare l’Italia servono scelte semplici ma coraggiose, a cominciare da quelle che abbiamo segnalato.