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Lo scempio dell’Altopiano delle Cinquemiglia

Appello del WWF affinché si ricrei un ambiente naturale Circa 70 pini posti ai margini del strada statale 17 nell’Altopiano delle Cinquemiglia in provincia di L’Aquila a oltre 1.200 metri di altitudine sono stati abbattuti per questioni di…

Appello del WWF affinché si ricrei un ambiente naturale

Circa 70 pini posti ai margini del strada statale 17 nell’Altopiano delle Cinquemiglia in provincia di L’Aquila a oltre 1.200 metri di altitudine sono stati abbattuti per questioni di sicurezza, modificando completamente la percezione della piana. L’attuale versione del codice della strada, recentemente confermata da una sentenza della Corte di Cassazione che ne ha stabilito l’applicabilità anche agli alberi già esistenti, impone per le alberature stradali una distanza di sei metri dal ciglio.
In questo modo però si rischia di stravolgere la fisionomia di strade e viali alberati che da sempre costituiscono una caratteristica del Bel Paese. Tutelare il paesaggio significa tutelare la storia e la cultura di un luogo e di chi lo abita. Vuol dire preservare la memoria delle scelte compiute nel passato dai nostri avi che spesso sono stati capaci di gestire il territorio con maggiore attenzione e senso del bello di quanto riusciamo a fare noi oggi.  Inoltre, tale misura non sempre determina quella sicurezza in più che la norma vorrebbe ottenere. La totale cancellazione di alberi lungo le strade ha come effetto, infatti, l’aumento della velocità da parte degli automobilisti con il conseguente aumento del rischio di incidenti. Cancellare la storia di un luogo per consentire di mantenere un’andatura elevata, e guadagnare così pochi minuti sui normali tempi di percorrenza, rappresenta una perdita di identità per tutti noi.
Nel caso specifico, poi, la piantumazione di alberi lungo questo tratto della strada statale 17 era stata voluta fin dai secoli scorsi per indicare meglio il tracciato durante le tormente di neve, frequenti nel periodo invernale.
L’eliminazione di tutte le alberature provocherà così, oltre alla trasformazione del paesaggio, anche una maggiore difficoltà nell’individuazione della strada in caso di maltempo, determinando così un ulteriore aumento del rischio-incidente.
“Il danno è stato ormai fatto, ma si potrebbe pensare ad un’azione comune per ristabilire la memoria di questa strada”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo. “Perché non proviamo a pensare come facevano i nostri nonni? Immaginiamo di costruire un percorso di montagna tenendo presente la bellezza dei luoghi che stiamo attraversando e non semplicemente l’esigenza di correre verso la nostra meta lungo una striscia di asfalto. Come WWF lanciamo un appello affinché gli enti competenti lavorino insieme all’Ordine degli Agronomi, all’Ordine degli Architetti e dei Pianificatori e alle Associazioni ambientaliste per ricreare un’alberatura lungo questo tratto della strada statale 17 utilizzando essenze autoctone e mantenendo le distanze che oggi impone la normativa vigente. Sarebbe un bel segnale di attenzione a un territorio e ad un paesaggio straordinari che possono essere un grande attrattore turistico”.    

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