Pandanews

Il Rinoceronte di Giava è sempre più in pericolo

La polizia indonesiana ha fatto sapere che i bracconieri potrebbero avere ucciso circa un terzo degli esemplari rimasti in vita

Oggi è la Giornata mondiale del rinoceronte. E gli occhi di tutti coloro che tengono a questa specie sono puntati sull’Indonesia. In particolare sul Parco Nazionale dello Ujung Kulon. Questa riserva, situata nella regione di Giava, è a oggi l’unico luogo ancora popolato dai rinoceronti di Giava, considerati tra i mammiferi più in pericolo a livello globale.

In pericolo

Le notizie che arrivano sul loro stato sono purtroppo tutt’altro che positive: le autorità indonesiane hanno stimato quest’anno l’abbattimento di circa 26 individui. Se il numero fosse confermato si sarebbe di fronte alla scomparsa di un terzo dei rinoceronti di Giava ancora in vita. Il problema è che la situazione potrebbe essere ancora più grave. L’ultimo aggiornamento sul numero di esemplari è datato al 2019 e riportava 72 animali ancora in vita. Il numero era però ritenuto già all’epoca fin troppo basso da diverse ong locali. Il governo indonesiano ha continuato in questi anni a monitorare la situazione attraverso alcune trappole con telecamere, ma non ha più rilasciato dati ufficiali.

Un traffico internazionale?

A causare la scomparsa dei rinoceronti di Giava sono i bracconieri locali, attirati soprattutto dalla possibilità di impadronirsi dei corni. Ma secondo gli investigatori indonesiani, il traffico arriverebbe fino in Cina. Uno degli arrestati era infatti di ritorno dal Paese asiatico al momento dell’arresto. Non è comunque chiaro se avesse portato con sé i corni.

Una flebile speranza

Le autorità hanno comunque assicurato che i dati resi pubblici quest’anno non si riferiscono al 2024, ma al periodo 2019-2023. La situazione sarebbe ora tornata sotto controllo e, secondo le forze dell’ordine, quest’anno non ci sarebbero stati episodi di bracconaggio. Gli esperti continuano comunque a chiedere al governo di attivarsi non solo per proteggere fisicamente gli animali, ma anche per incentivare l’aumento della loro popolazione. In particolare la richiesta è quella di far nascere una seconda popolazione in uno spazio diverso dal Parco Nazionale dello Ujung Kulon così da diversificare il rischio di morire a causa di malattie o del bracconaggio nella zona.

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