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Crolla l’ultima quercia monumentale in Campania

Aveva resistito ai venti, alla siccità, alle piogge e alle malattie ed era stata testimone silente della storia e delle vicende umane per quasi 200 anni. Abbarbicata al limite della ripida scarpata che sormontava il rivo Lavinola, all’interno…

Aveva resistito ai venti, alla siccità, alle piogge e alle malattie ed era stata testimone silente della storia e delle vicende umane per quasi 200 anni. Abbarbicata al limite della ripida scarpata che sormontava il rivo Lavinola, all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, appena dopo il ponte che segna il confine geografico tra il comune di Piano di Sorrento e quello di Meta, era stata lasciata in sito anche dopo i lavori della costruzione della strada statale 163.
Purtroppo da oggi questo angolo di paesaggio della penisola sorrentina avrà un vuoto che resterà incolmabile: sotto la scrosciante pioggia la storica roverella (Quercus pubescens) è infatti scivolata rovinosamente giù, forse a causa della frana del 14 febbraio scorso.
“E’ una notizia tristissima – confessa Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno –  l’esemplare di roverella era di recente stato censito dal WWF assieme all’amministrazione comunale e, dopo l’assurda eliminazione della storica araucaria che vegetava da 130 anni in una proprietà (la terza per dimensioni dell’intera Campania), quella quercia, con una circonferenza del tronco di quasi 4 metri e i suoi 15 metri di altezza, era uno degli ultimi alberi secolari degni di apposizione di vincolo monumentale (ai sensi della Legge n.10 del 2013) dell’intero territorio metese.
Appena appresa la notizia del crollo della quercia, e vista la situazione dell’albero scivolato con tutto l’apparato radicale, il WWF Terre del Tirreno ha contattato il primo cittadino di Meta concordando un sopralluogo sul sito per verificare la possibilità di recuperare la pianta, rialzandola nell’alveo o tentando uno spostamento in altro sito. “Il sindaco Giuseppe Tito si è dimostrato assolutamente disponibile – ha detto D’Esposito – Non sarà facile, viste le dimensioni della pianta – dal peso di circa 20 tonnellate – ma abbiamo il dovere di tentare”.

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