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Custodi erranti, lupi e pastori in un libro fotografico

Che sia il personaggio di una fiaba o il cattivo di un film, il lupo è sempre stato il simbolo del pericolo, della natura minacciosa. Matteo Luciani, nel suo volume fotografico “Custodi Erranti: uomini e lupi a confronto”…

Che sia il personaggio di una fiaba o il cattivo di un film, il lupo è sempre stato il simbolo del pericolo, della natura minacciosa. Matteo Luciani, nel suo volume fotografico “Custodi Erranti: uomini e lupi a confronto” (Pandion editore) cerca di sfatare questo mito, prova a mettersi dalla parte del lupo e ci mostra come la convivenza con questi animali sia davvero possibile.
Durante l’incontro, organizzato dal WWF Roma e Area metropolitana, con il Presidente Raniero Maggini, Luciani ha presentato il suo volume, frutto di un progetto durato tre anni, fra le vette della Riserva Naturale Montagne della Duchessa, terra di mezzo tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e quello del Gran Sasso.
“Ho studiato ecobiologia all’università e già al tempo sentivamo il bisogno, con i miei compagni di corso, di toccare con mano quello che stavamo studiando. Adesso, sento in più la necessità di comunicare quello che ho visto e imparato nel corso degli anni e per farlo uso la fotografia: mia nuova compagna di viaggi”
Alle origini della realizzazione di questo volume c’è il suo amore per i lupi e il bisogno di approfondire la conoscenza di questa specie, “che raramente genera indifferenza” sottolinea l’autore: “i lupi sono animali che fanno parte della storia dell’uomo ma quando se ne parla generano sempre sentimenti contrastanti: di amore o di odio. Mai di indifferenza.”
Le montagne della Duchessa sono il luogo migliore per studiare il rapporto uomo-lupo: qui infatti, vivono i pastori, con le loro greggi e la loro vita, scandita dal ritmo della natura e che, più di ogni altro, hanno a che fare con questi animali. “Ho fatto un’esperienza fantastica. Le giornate passate sui monti, si alternavano tra momenti di solitudine e di appostamento, per scattare la foto che volevo, e momenti condivisi con i tre pastori (Sandro, Gelso e Chicchino) che mi hanno ospitato”.
I pastori dunque, devono convivere con i reali ‘abitanti della montagna’, quelli che ormai conoscono l’uomo e cercano di evitarlo, i ‘top predator’ di questi ambienti, animali con una forte funzione ecologica: quella di selezionatori degli ungulati come cervi, daini, cinghiali per la loro inclinazione a predare gli individui più deboli.
“Quando i pastori parlano del lupo usano aggettivi che non sono mai offensivi, ma celebrativi, lo definiscono “scaltro”, “furbo”, “astuto”; sono ammirati e allo stesso tempo spaventati dalla sua presenza. Eliminare il lupo nelle zone delle sue prede non servirebbe a niente perché i danni causati da questi animali sono addirittura inferiori di quelli causati dagli ungulati”.
Le circa 170 foto presenti nel volume descrivono un passaggio fondamentale nella storia dell’evoluzione umana: quello dell’uomo che da cacciatore diventa allevatore, e il modo in cui (nel corso egli anni) egli ha scelto di difendere le sue greggi, fronteggiando il grande predatore con il grande cane bianco: il pastore maremmano abruzzese. Da molte generazioni infatti, e in seguito a continui addestramenti, questo cane di montagna si è abituato a convivere con le greggi, difendendole dagli attacchi dei suoi ‘simili’

“AL LUPO, AL LUPO!“ – Un giorno, un piccolo gruppo di lupi ha attaccato il gregge di Sandro, ma il cane pastore è intervenuto subito inseguendo una femmina del branco fino a metà del colle” come testimonia la foto simbolo del libro scattata da Matteo. Nell’immagine, sembra che il cane non voglia aggredire il lupo ma solo inseguirlo per allontanarlo dal suo territorio. E’ importante comprendere la funzione di questi animali difensori del bestiame per capire come, attraverso efficaci metodi di prevenzione (cani da guardiania ben addestrati, recinzioni etc.) la coesistenza uomo-lupo potrà davvero avverarsi.

“Non possiamo permettere che questo accada” afferma Luciani, “e il prossimo passo deve essere quello della convivenza tra uomini e lupi. Serve un accordo che possa ospitare i maggiori protagonisti di questa battaglia: gli allevatori, gli enti scientifici, le istituzioni e anche i cittadini. Quello che serve è un vero piano lupo (in accordo con le richieste avanzate dal WWF), dal quale devono essere eliminati gli abbattimenti ma che sia in grado di dare supporto e finanziamenti ad una tutela sicura ed efficace di questa specie simbolo italiana. Nel frattempo, grazie all’aiuto di volontari e sostenitori, l’associazione ambientalista supporta misure di prevenzione e ricerca scientifica, mette in sicurezza tratti stradali a rischio e contrasta il bracconaggio grazie al contributo delle proprie guardie volontarie. (Eva De Vecchis)

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