Il 2016 è stato l’anno più caldo dall’epoca pre-industriale. Entro il 2020 l’80% della popolazione europea risiederà nelle aree urbane. Nei territori urbanizzati, dove è stata modificata nel tempo radicalmente la morfologia naturale dei luoghi e dove la cementificazione e l’edificazione incidono pesantemente sulla permeabilità, duttilità e resilienza dei sistemi naturali, vengono amplificati gli effetti dei cambiamenti climatici. Quindi, sono le aree urbane al centro della sfida che le istituzioni e le popolazioni, con il supporto del mondo della ricerca e della scienza, devono affrontare nel predisporre Piani d’azione locali e individuare priorità di intervento efficaci e immediatamente attuabili per l’adattamento ai cambiamenti climatici, per affrontare una situazione globale e nazionale che vede l’alternanza di fenomeni estremi siccitosi e alluvionali.
L’Italia ha predisposto a partire dal 2014 la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNAC) e ha appena concluso, alla fine di ottobre 2017, la consultazione sul Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC). Ma al di là degli strumenti di inquadramento generale su scala nazionale, secondo il WWF è necessario:
- Ripensare le direttrici strategiche e gli obiettivi della pianificazione territoriale e urbanistica, garantendo lo spazio ad aree libere e la resilienza dei sistemi naturali
- Favorire l’integrazione operativa, su scala nazionale, tra le Strutture di Missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri “Italia Sicura” “Progetto Casa Italia” e tra queste con il gruppo di lavoro del Ministero dell’Ambiente sull’adattamento ai cambiamenti climatici e tra queste le Regioni e i Comuni.
In questo percorso, che ha portato al convegno nazionale “Cambiamenti climatici: la sfida delle città resilienti” di sabato 18 novembre 2017 il WWF ha trovato nel Comune di Bologna, l’amministrazione leader in Italia per la pianificazione urbana di adattamento ai cambiamenti climatici, un partner naturale.