Il 5-6 ottobre si riunisce a Bruxelles il comitato sull’autorizzazione alla produzione, commercializzazione ed uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato.
Pressing delle multinazionali dei pesticidi sulle agenzie europee, rapporti favorevoli delle stesse agenzie in parte ricavati con il ‘copia e incolla’ degli studi fatti dalle aziende produttrici. Forti e fondati sospetti di cancerogenicità, certezze di inquinamento delle acque e malformazione degli organismi acquatici.
Questo è il quadro in cui comincia giovedì il processo decisionale europeo sul mantenimento o meno del glifosato nei nostri campi per altri 10 anni. La Coalizione #StopGlifosato, che riunisce 45 associazioni italiane, ha inviato una lettera ai ministri delle Politiche Agricole, della Salute e dell’Ambiente per riaffermare che “in una situazione di tale incertezza per una decisione che riguarda la salute dei cittadini – a partire dagli agricoltori che risultano i più esposti – e la tutela dell’ambiente, l’Italia può svolgere, come in precedenti occasioni, un ruolo fondamentale. Per questo è necessario che il Governo italiano confermi il parere contrario al rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per altri 10 anni, assumendo la leadership di una coalizione di Paesi che mettono al primo posto la salute dei cittadini, la qualità dell’agricoltura e del cibo e la difesa dell’ambiente”.
Nell’appello inviato ai ministri Maurizio Martina, Beatrice Lorenzin e Gian Luca Galletti, si chiede anche che “il nostro Governo segua il percorso intrapreso dall’Austria che, attraverso l’Agenzia austriaca per la sicurezza alimentare, ha chiesto alla Commissione UE un’indagine sulla valutazione di rischio relativo al glifosato condotta dall’EFSA, proponendo che non si assumano decisioni in sede europea prima di aver fatto chiarezza sulla procedura seguita da questo agenzia, sia nelle ricerche effettuate che nella redazione del parere, in modo da escludere ogni possibile condizionamento da parte di terzi”.
A essere sotto accusa è il pressing esercitato dalle aziende multinazionali contro lo IARC, l’Istituto di ricerca sul cancro legato all’OMS, che ha definito il glifosato un probabile cancerogeno. Le pressioni sono emerse dagli atti della magistratura statunitense e sono ormai note come Monsanto Papers. Inoltre, la relazione dell’EFSA favorevole al rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, risulta – da notizie stampa – essere in parte copiata direttamente dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione da parte di Monsanto e della Task Force Glyphosate. Un ‘copia e incolla’ che non può non preoccupare l’opinione pubblica: a luglio scorso è stata depositata fra l’altro una Iniziativa dei cittadini europei (ICE) che chiede una legge per vietare senza indugi l’erbicida.
In Italia, uno dei maggiori utilizzatori di glifosato, i dati ISPRA sul monitoraggio delle acque confermano infatti la presenza dell’erbicida sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee in percentuali che spesso superano i limiti consentiti. Nel suo parere l’ECHA, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche che comunque ha dato il via libera al glifosato, ha riconosciuto che provoca seri “danni agli occhi” ed è “tossico con effetti duraturi sulla vita in ambienti acquatici”. In base a questo parere, in realtà l’erbicida risulterebbe incompatibile con gli obiettivi della Direttiva UE sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e del relativo Piano di Azione Nazionale adottato dal nostro Paese, quanto meno rispetto alla tutela delle acque e degli ecosistemi acquatici. “Anche per questo contiamo sul ruolo dell’Italia per bloccare una nuova autorizzazione per il glifosato”, conclude la lettera firmata dalla portavoce della Coalizione Maria Grazia Mammuccini.
Per sottolineare l’urgenza della decisione, la Coalizione #StopGlifosato lancia a partire dalle 11 e fino alle 15 di oggi un twitterstorm diretto al capo del Governo Paolo Gentiloni e ai ministri Martina, Lorenzin e Galletti.
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