Una nuova petizione globale da oltre 200 mila firme a favore del leopardo delle nevi, promossa dal WWF, approda all’International Snow Leopard Summit and Ecosystem Forum, tenutosi a Bishkek (Kyrgyzstan) dal 23 al 25 agosto dove si sono riuniti i leader dei 12 Paesi in cui è presente questa rara specie, il cui habitat sono le vette himalyane.
Tra le tante firme ottenute in tutto il mondo figurano anche nomi celebri come quelle di Leonardo Di Caprio e Megan Fox. Oggi restano circa 4.000 esemplari del leopardo delle nevi (Panthera uncia), situati in maniera frammentata tra le montagne di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan.
Il WWF ha promosso la petizione insieme a Snow Leopard Trust e Nabu. Un recente studio dell’Ufficio Traffic, “denuncia l’uccisione di circa 450 esemplari di leopardo delle nevi ogni anno da bracconieri, un massacro legato al commercio illegale di fauna selvatica, la stessa piaga che sta decimando elefanti, rinoceronti e tigri in Asia e in Africa”.
Recenti studi segnalano che il cambiamento climatico potrebbe cancellare oltre due terzi degli habitat d’alta quota del leopardo delle nevi nei prossimi 50 anni. Questa minaccia, insieme ai progetti infrastrutturali che frammentano i corridoi naturali fondamentali per la specie, renderà più veloce l’estinzione“.
La richiesta del WWF ai paesi interessati dalla presenza del leopardo delle nevi è di “rafforzare gli impegni presi in precedenza per evitare danni irreversibili a un territorio conosciuto come la ‘grande riserva idrica del pianeta‘: i 20 grandi fiumi asiatici presenti in questi territori rischiano infatti di ridurre la loro portata a causa dei cambiamenti climatici”. Le risorse idriche di quei territori, sostiene l’ong, risultano fondamentali per la specie oltre che per il benessere di centinaia di milioni di cittadini.
Nel frattempo il leopardo delle nevi è stato declassificato dalla IUCN (Unione mondiale della conservazione) da “In pericolo” a “Vulnerabile”. Ma, secondo il WWF, la situazione di questo felino non è affatto tranquillizzante, e i pochi esemplari – circa 4.000 – in natura lo confermano.