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Lo scempio di Campo Imperatore

Dopo aver acquisito una serie di documenti, segnalazioni e foto, il WWF ha provveduto ad inviare un esposto alla Procura della Repubblica di L’Aquila in merito al motoraduno svoltasi lo scorso fine settimana (16 e 17 luglio) a…

Dopo aver acquisito una serie di documenti, segnalazioni e foto, il WWF ha provveduto ad inviare un esposto alla Procura della Repubblica di L’Aquila in merito al motoraduno svoltasi lo scorso fine settimana (16 e 17 luglio) a Campo Imperatore, località Fonte Vetica, nel territorio del Comune de L’Aquila, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

“Le modalità di svolgimento di questa manifestazione e alcuni comportamenti testimoniati da foto e video appaiono del tutto incompatibili, non solo con le norme di tutela previste all’interno del Parco, ma con il semplice buon senso”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale per l’Abruzzo del WWF Italia. “Campeggio al di fuori delle aree consentite, presenza di autoveicoli e motoveicoli sulle praterie d’alta quota, utilizzo e sorvolo di droni, accensione di fuochi, abbandono di rifiuti: c’è da rimanere sconcertati a vedere le immagini e i video realizzati durante la manifestazione. Stiamo parlando di uno dei luoghi che dovrebbe essere tra i più protetti in Italia e nel Continente, visto che Campo Imperatore, oltre che in un parco nazionale, rientra tra le Zone di Protezione Speciale e tra i Siti di Interesse Comunitario della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea. Situazione incredibilmente fuori controllo, ancora più ingiustificata se, come sta emergendo dalle ricerche, già negli anni passati vi sono state iniziative di questo genere”.

Nell’esposto il WWF chiede di accertare se l’evento abbia avuto tutte le autorizzazioni, ad iniziare da quella del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; se, nel caso ci fossero queste autorizzazioni, le stesse contenessero prescrizioni da rispettare; se sono stati effettuati dei controlli nei due giorni di durata dell’iniziativa.
Una segnalazione su quanto è accaduto è stata inviata anche alla Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente.

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