All’Oasi WWF degli Astroni ieri si è rischiato il dramma, con volontari e operatori WWF che si sono trovati per alcuni, interminabili minuti, prigionieri delle fiamme. Prima dell’intervento risolutivo di un Canadair. Ma l’emergenza ancora non può dirsi superata. Attualmente stanno operando a pieno regime i mezzi aerei dei Vigili del fuoco e le squadre a terra. Sono sul posto anche esponenti della Regione e del WWF compresi i tantissimi volontari che ieri hanno rischiato la loro incolumità per cercare di dare una mano con i mezzi a disposizione.
I danni al manto forestale sono ingenti, gravissimi, ma è ancopra presto per fare bilanci. Situazione comunque grave, non solo per il polmone verde degli Astroni, il “Cuore selvaggio di Napoli”: in un mese (da metà giugno a oggi) in Italia è andata in fumo un’area grande quanto quella bruciata in tutto il 2016. E i comuni continuano ad essere in ritardo con l’aggiornamento del catasto delle aree pecorse dal fuoco, come confermato anche da comandante De Vinceti dei Carabinieri in un’intervista televisiva.
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