L’ondata di gelo che ha investito ormai da diversi giorni la Calabriae, a tal punto da indurre il Presidente Oliverio a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di calamità per i gravi danni subiti dal patrimonio agricolo e zootecnico, parimenti avrebbe dovuto indurre lo stesso Assessorato Regionale all’Agricoltura, competente in materia di caccia, a proporre alla Giunta, come avvenuto altrove, la sospensione della caccia al fine di tutelare gli animali selvatici in un momento particolarmente difficile per la loro sopravvivenza. La Regione dovrebbe spiegare infatti perché mai quella stessa neve e le temperature estremamente rigide che, secondo quanto comunicato della Giunta, hanno “compromesso gravemente” interi settori dell’economia calabrese, compreso quello degli allevamenti, non debbano costituire allo stesso modo una grave minaccia per la vita della fauna selvatica, considerata la difficoltà nel reperire il cibo necessario, proprio in un momento in cui le richieste metaboliche aumentano a causa delle basse temperature. E’ proprio in questo periodo infatti che la mortalità naturale delle popolazioni animali raggiunge il suo picco, un elemento che dovrebbe sconsigliare di aggiungere ad essa la mortalità artificiale causata dal cosiddetto prelievo venatorio, dopo quasi cinque mesi di attività.
La stessa legge nazionale n.157/92 che disciplina l’attività venatoria prevede infatti (art.19 comma 1) che le regioni possano sospendere temporaneamente la caccia in presenza di “sopravvenute particolari condizioni climatiche” , proprio come quelle che in questi giorni hanno interessato la nostra regione . Il WWF ricorda inoltre che lo stesso calendario venatorio della Regione Calabria prevede la sospensione della caccia alla beccaccia, in caso di “forti nevicate e coperture di neve protratte nel tempo o di “ondate di gelo di durata stimabile in 6-7 giorni”, una norma che appare del tutto disattesa: se non ora, quando?
Il WWF Calabria chiede alla Regione di sospendere la caccia e in particolare di apportare urgentemente delle modifiche al calendario venatorio per anticipare la chiusura alle tre specie di tordi ancora cacciabili e alla stessa beccaccia, ricordando i passati ricorsi da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri ai poteri sostitutivi, adeguandolo pertanto a quanto previsto dalle norme internazionali e all’articolo 18, comma 1-bis della legge quadro in materia di tutela della fauna e disciplina dell’esercizio venatorio. Gli ambientalisti non vogliono insomma che un animale che riesce a scampare alla morte per fame o gelo, debba poi essere condannato a finire impallinato.
Neve e gelo, WWF Calabria chiede di sospendere la caccia
L’ondata di gelo che ha investito ormai da diversi giorni la Calabriae, a tal punto da indurre il Presidente Oliverio a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di calamità per i gravi danni subiti dal patrimonio agricolo…