La centrale a carbone di Saline Joniche (RC) non si farà: dopo un lungo iter autorizzativo, la società titolare, il consorzio SEI, ha comunicato ufficialmente che intende rinunciare al progetto. E il Ministero dello sviluppo economico ne prende atto e comunica a enti e istituzioni che il procedimento è da ritenersi archiviato. E’ una vittoria del WWF e di tutto il mondo ambientalista calabrese, impegnato in una battaglia pluriennale per dimostrare che il carbone non è il futuro ma il passato, ed è il combustibile più inquinante per il clima, l’ambiente e la salute.
L’istanza presentata dal Consorzio SEI (capeggiato dalla svizzera Repower) per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone della potenza di circa 1.320 MWe nel comune di Montebello Jonico (area di produzione del celebre bergamotto di Calabria, famoso in tutto il mondo), risale al 4 luglio del 2008. Da allora, l’iter autorizzativo era andato avanti con una serie di passaggi legati all’autorizzazione integrata ambientale, non ancora conclusi. Ma oggi SEI comunica la propria rinuncia “non avendo più interesse a seguire l’iter autorizzativo avviato nel 2008”, e il ministero dello Sviluppo Economico ne prende atto.
La centrale di Saline Joniche avrebbe emesso, a pieno regime, ben 7,5 tonnellate di C02 l’anno, minacciando la salute dei cittadini e l’ecosistema marino e terrestre dell’Area Grecanica e della Costa Viola, che vanta ben 18 aree vincolate tra cui ben 5 Siti di Importanza Comunitaria. Nel 2012 WWF, Greenpeace, Legambiente e Lipu avevano presentato ricorso contro l’autorizzazione concessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, denunciando una serie di irregolarità, prima tra tutte, l’aver bypassato il Piano Energetico della Regione Calabria, che vieta espressamente la costruzione di centrali a carbone sul proprio territorio e punta decisamente sul mix di rinnovabili ed efficienza energetica.
“Il carbone non ha futuro, e la rinuncia al progetto di nuova centrale a Saline Joniche lo conferma. Ora dobbiamo liberarci anche del carbone del passato, perché è un cocktail di sostanze tossiche micidiali per salute umana, ambiente e clima. Sicuramente ne possiamo fare a meno nella produzione di energia elettrica, visto che abbiamo sovrabbondanza di centrali e che bisogna far posto alle energie pulite e rinnovabili. Ci auguriamo quindi che le centrali a carbone esistenti, da La Spezia a Brindisi e Civitavecchia, vengano al più presto chiuse come è possibile e auspicabile fare, e lo dimostra un nostro recente report ”, ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. .
Saline Joniche, la centrale a carbone non si fara’
La centrale a carbone di Saline Joniche (RC) non si farà: dopo un lungo iter autorizzativo, la società titolare, il consorzio SEI, ha comunicato ufficialmente che intende rinunciare al progetto. E il Ministero dello sviluppo economico ne prende…