LEGAMBIENTE MAREVIVO MedReAct OCEANA WWF
Con l’ approssimarsi della Commissione ICCAT del prossimo novembre, l’Unione Europea si appresta a proporre un piano di recupero per il pescespada del Mediterraneo. Gli ultimI risultati sullo stato dello stock sono allarmanti, con catture il doppio del livello ritenuto sostenibile, che incidono al 70% sul sotto taglia.
La responsabilità ricade largamente sulla flotta italiana che con quasi il 50% delle catture è la più importante del Mediterraneo.
Per questo le associazioni ambientaliste Legambiente, Marevivo, MedReAct, Oceana e WWF , accolgono positivamente le nuove misure introdotte dal Ministero delle Politiche Agricole che chiudono la pesca all’alalunga – le cui catture accessorie incidono pesantemente sui giovanili di pescespada – e a tutti i palangari derivanti dal 1 ottobre al 30 novembre.
Secondo le associazioni questa misura costituisce un passo nella giusta direzione che dovrà essere integrata in un sistema di gestione pluriannuale più ambizioso per il recupero dello stock che comprenda:
– l’introduzione di quote di cattura non trasferibili, equamente distribuite tra i diversi segmenti della flotta secondo criteri che incentivino le pratiche di pesca sostenibili e a basso impatto ambientale, nel pieno rispetto della legalità;
– la possibilità di estendere il periodo di fermo per i palangari derivanti per tutelare in maniera più efficace i giovanili di pescespada;
– una revisione della taglia minima di cattura sulla base degli ultimi pareri scientifici;
– nuove misure per il contrasto alla pesca illegale attraverso il controllo satellitare e l’ obbligo di dichiarazione e certificato di cattura per tutti i pescherecci autorizzati alla pesca del pescespada.