Stefano Lenzi, collega ed amico di tanti nel WWF e non solo, ci ha lasciati. Protagonista per oltre trent’anni di mille battaglie ambientaliste, Stefano era certamente in Italia tra le persone più esperte sui temi delle grandi infrastrutture, degli appalti e delle valutazioni ambientali.
Le sue competenze hanno dato strumenti e voce ad associazioni, comitati e cittadini che si battevano in difesa dei loro territori, le sue relazioni hanno consentito di portare le esigenze di tutela che muovevano dal basso sino ai più alti livelli istituzionali.
Competente, coerente e rigoroso, infaticabile quando produceva dossier o approfondimenti, negli anni ha elaborato centinaia di osservazioni a disegni di legge spesso poi trasformati in emendamenti. Impeccabile il suo lavoro sulle leggi di bilancio che per anni ha consentito di analizzare in maniera approfondita e mettere in evidenza la parte ambientale delle manovre economiche che solitamente sono fuori dai radar dei circuiti politici e mediatici.
Le battaglie e l’eredità
Con grandissima tenacia e competenza ha seguito dossier complicati come il Ponte Sullo Stretto di Messina, le Navi dei veleni, il disastro della petroliera Haven, l’analisi del progetto sul Terzo Valico, sull’Autostrada della Maremma e sulle trivelle, solo per citarne alcuni. Stefano era un testardo sostenitore della collaborazione tra associazioni e, infatti, al suo lavoro si devono il Tavolo interassociativo e l’Osservatorio sul Parco Nazionale dello Stelvio.
Giornalista pubblicista sin dagli anni ’80 ha sempre cercato di smuovere le coscienze sollevando indignazione e se necessario sollevando scandalo per i tanti scempi ambientali con dispendio di denaro pubblico ovunque drammaticamente presenti nel nostro Paese.
Tutta la comunità del WWF oggi ha il cuore pesante di tristezza e si unisce al dolore della famiglia, della moglie e dei figli, con l’impegno a raccogliere il testimone che Stefano ci ha lasciato.