Ai ranger mancano le attrezzature necessarie, la formazione e il sostegno da parte dei governi per proteggere se stessi e la fauna selvatica dai bracconieri. E’ quanto emerge da un nuovo studio presentato oggi al Congresso Mondiale dei ranger in Colorado (Stati Uniti). La ricerca ha riportato le interviste di 570 ranger di 12 paesi africani e i risultati parlano chiaro: l’82% ha affrontato almeno una volta situazioni pericolose mentre era in servizio, per il 59% non vi sono attrezzature adeguate, mentre per il 42 % manca una formazione sufficiente per svolgere il proprio lavoro in modo sicuro ed efficace.
A questi dati fanno eco i risultati di un simile sondaggio svolto di recente con i ranger in Asia, la maggior parte dei quali aveva addirittura rischiato la vita nell’esercizio del proprio lavoro. Anche i ranger asiatici denunciavano di sentirsi mal equipaggiati. I risultati preliminari di un terzo sondaggio suggeriscono che i ranger in America Latina devono affrontare sfide simili.
“I ranger africani stanno facendo un lavoro incredibilmente pericoloso: ma in queste condizioni le loro vite e quelle della fauna selvatica del continente sono ancora più a rischio”, ha detto Fredrick Kumah, direttore WWF in Africa. “Il coraggio non basta: dobbiamo fornire a questi uomini e donne eroici – in Africa come in Asia e America Latina – i migliori strumenti a disposizione e la formazione per avere loro il sopravvento contro i bracconieri”. Molti di essi inoltre mancano di copertura sanitaria (18% di quelli presi in esame) e di assicurazione sulla vita (36%), nonostante i pericoli del loro lavoro. Decine di rangers finiscono ogni anno nel mirino di bracconieri senza scrupoli: negli ultimi due mesi si contano ben sei morti in servizio nella Repubblica democratica del Congo e in India. Nel Parco dei Vulcani Virunga, dove vivono i gorilla di montagna, circa 150 ranger sono stati uccisi dal 1990.
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Nel 2015 circa 30.000 elefanti e 1.338 rinoceronti (record negativo) sono stati uccisi in Africa, mentre innumerevoli altri animali sono stati vittima del bracconaggio e del traffico illegale di fauna selvatica, controllato dalla criminalità organizzata internazionale.