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Caccia, deregulation in Trentino

Per anni la Provincia di Bolzano ha accusato le marmotte di distruggere i prati di alta quota, dove i pacifici animali vivono da sempre accogliendo i turisti con i loro fischi di allarme. Per anni la provincia di…

Per anni la Provincia di Bolzano ha accusato le marmotte di distruggere i prati di alta quota, dove i pacifici animali vivono da sempre accogliendo i turisti con i loro fischi di allarme. Per anni la provincia di Bolzano ha emesso specifici decreti allo scopo di derogare al regime di tutela della fauna selvatica imposto stabilito dalle norme internazionali europee e nazionali, consentendo così ai cacciatori di uccidere non solo migliaia di marmotte, ma anche stambecchi, tassi, faine: decreti sempre impugnati dalle Associazioni e regolarmente annullati dal Tar di Bolzano per manifesta illegittimità.
Ora però, a seguito dell’approvazione di una norma collegata alle disposizioni in materia di autonomia delle province, Bolzano e Trento potranno legittimamente uccidere qualsiasi animale presente sul loro territorio, anche quelli appartenenti a specie protette a livello internazionale, come le marmotte. I limiti imposti dalla legge nazionale al numero di specie cacciabili sono ora annullati in forza di un inaccettabile ed incostituzionale accordo concordato con il Ministero dell’Ambiente.
“Il Ministro dell’ambiente Galletti sarà così, a breve, chiamato ad apporre la sua firma all’annuale strage di marmotte e altri animali selvatici, del tutto innocui, voluta dalla Provincia autonoma di Bolzano – commentano le Associazioni – una firma pesante come un macigno, contraria al più elementare principio di rispetto degli equilibri ambientali, che legittimerà l’uccisione di animali protetti in tutto il resto del nostro Paese e d ‘Europa ”.
Lo schema della norma voluta da Bolzano e Trento, inoltre, non si limita alle marmotte: qualsiasi specie animale non sarà più al sicuro sul territorio della regione Trentino Alto Adige! Infatti sarà sufficiente che il Ministro dell’Ambiente non si pronunci entro 30 giorni alle richieste di caccia a specie vietate, formulate dai Presidenti delle province autonome, perché scatti il meccanismo del silenzio-assenso, che consentirebbe così l’apertura della caccia “no limits” senza neppure l’intesa col Ministro competente. Questa non è autonomia, ma anarchia venatoria e normativa.
“Ci appelliamo al Presidente della Repubblica Mattarella – concludono le Associazioni – perché non sottoscriva le modifiche volute dalla province autonome in quanto gravemente lesive della Costituzione, delle norme nazionali internazionali  ed europee poste a tutela della fauna selvatica e del diritto alla vita delle marmotte e di tutte le specie protette. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile della Stato (articolo 1 della Legge 157/1992), pertanto chiediamo al Presidente Mattarella di darci un segnale importante della presenza dello Stato a tutela della fauna minacciata da una inaccettabile deregulation venatoria”.

Uffici Stampa di ENPA, LAC, LAV, LIPU e WWF

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