Black Friday, gli sconti giusti del WWF Italia per l’ambiente

La WWF Conservation Collection garantisce al nostro Pianeta un risparmio del 92% di CO2, il 98% di acqua e il 76% di energia

Durante il Black Friday è importante scegliere gli sconti giusti. Non solo per noi, ma anche per l’ambiente. Per questo il WWF Italia ricorda in questa occasione come la sua Conservation Collection garantisca risparmi sicuri per il nostro Pianeta. Nello specifico del 92% di CO2, il 98% di acqua e il 76% di energia. 

I prodotti della WWF Conservation Collection sono infatti realizzati in 100% lana riciclata certificata GRS. Inoltre, sono creati a partire da vecchi indumenti, da cui è ricavata la lana per la realizzazione dei capi WWF: questi indumenti vengono selezionati per colore; perciò, non è necessaria una nuova tintura che rappresenta il processo più impattante di tutta l’industria della moda. All’interno della Collection ci sono tanti articoli per tenersi al caldo durante l’inverno come maglioni e sciarpe. Il tutto con fantasie che richiamano anche non scontati per il periodo natalizio, come elefanti e tartarughe. 

Inoltre, oltre le specie già presenti lo scorso anno, quest’anno nella WWF Conservation Collection ci sono due novità particolarmente importanti per l’Italia: il lupo e l’orso bruno, specie iconiche della biodiversità del nostro territorio. 

Lupo aiutato, mezzo salvato 

Negli ultimi decenni la popolazione di lupi è tornata a crescere in Italia. Questa specie, presente ormai stabilmente su tutto l’Appennino e su buona parte dell’arco alpino, ha ricolonizzato anche territori di collina e di pianura, anche in aree antropizzate intorno a grandi città. Il monitoraggio nazionale condotto nel 2020/2021 ha portato a stimare la presenza di circa 3.300 lupi nel nostro Paese. A causa della persecuzione umana alcuni decenni fa il lupo era a rischio critico di estinzione. Negli anni ’70 restavano circa 100 lupi in poche aree dell’Appennino centro-meridionale, tra Lazio, Abruzzo, Molise e Calabria. Nei secoli scorsi il lupo era considerato specie nociva, e la sua eliminazione con ogni mezzo (arma da fuoco, veleno e trappole) non era solo permessa, ma persino incentivata dallo Stato. Oggi la situazione è molto migliorata. Cambiamenti ecologici (il ritorno delle prede come cinghiali e caprioli e l’espansione dei boschi), l’abbandono delle montagne e delle campagne da parte della popolazione umana e la protezione legale accordata alla specie nel 1971 sono i fattori alla base dell’espansione di questa specie chiave, che ha ricolonizzato in maniera naturale buona parte del Paese. Nonostante la ripresa della popolazione, le principali minacce per la specie ancora oggi sono legate all’uomo. Ogni anno si stima che in Italia circa 400 lupi siano uccisi dal bracconaggio e dagli incidenti stradali.   

L’orso in pericolo tra Alpi e Appennini 

L’orso bruno è presente in Italia con due popolazioni distinte, una alpina e una appenninica. In Trentino la popolazione di orso bruno conta circa 100-120 individui. Questo nucleo deriva da un progetto di reintroduzione con 10 orsi provenienti dalla Slovenia, trasferiti tra il 1999 e il 2002. Il progetto ha avuto successo e la popolazione è cresciuta in maniera significativa. Oggi le minacce principali sono da un lato la bassa accettazione sociale da parte delle comunità locali, alimentata da una politica locale poco attenta a diffondere corrette conoscenze in questi anni, e dall’altra l’elevata frammentazione ambientale. La mortalità dovuta al bracconaggio e alla difficoltà ad espandere l’area di presenza sono fattori che possono mettere a rischio la sopravvivenza dell’orso sulle Alpi. 

Sull’Appennino è presente l’orso bruno marsicano, una sottospecie unica presente solo in Italia centrale, che sopravvive oggi in un territorio di dimensioni ridotte con una popolazione di soli circa 55-60 individui. La sopravvivenza della popolazione di orso più a rischio d’Europa è legata alla diminuzione della mortalità di origine umana che possa consentire un incremento numerico e alla possibilità di espandersi in territori al di fuori dell’area occupata attualmente. Il tasso di mortalità provocata da attività umane (tramite avvelenamento, arma da fuoco, investimenti stradali in primis) a danno degli ultimi orsi in Appennino è ancora troppo elevato. Nonostante esistano molte aree idonee alla presenza dell’orso lungo la dorsale appenninica, sono ancora troppe dunque le minacce di origine antropica. Per questo, per permettere alla popolazione di orso un’espansione spaziale sicura sull’Appennino, è fondamentale da un lato tutelare la connettività attualmente esistente e dall’altro ripristinare la connettività dove questa è andata perduta. 

L’impegno del WWF Italia 

Il WWF Italia è impegnato nella tutela di lupi e orsi. Per garantire un futuro all’orso bruno marsicano, il WWF ha lanciato una ambiziosa sfida di conservazione con il progetto Orso 2×50, con l’obiettivo di raddoppiare l’areale della specie e il numero di individui presenti entro il 2050. Tra gli obiettivi ci sono la riduzione della mortalità provocata da attività umane e il miglioramento dell’accettazione umana nei confronti di questa specie. Per quanto riguarda il lupo, il WWF è storicamente attivo per la sua conservazione. Oggi gli sforzi hanno l’obiettivo primario di contrastare il bracconaggio, che ancora oggi uccide centinaia di lupi ogni anno, e di migliorare la coesistenza con le comunità locali, fornendo supporto agli allevatori per la prevenzione delle predazioni e diffondendo corrette informazioni per aumentare il grado di conoscenza di questa specie e diffondere le buone norme di comportamento nelle aree di sua presenza.

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