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Bracconaggio e strade uccidono 3 lupi in Basilicata

A dispetto dello status di specie protetta ben tre esemplari di lupo (Canis lupus)  sono stati uccisi, nel giro di 7 giorni in Provincia di Potenza di cui due all’interno del territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Il…

A dispetto dello status di specie protetta ben tre esemplari di lupo (Canis lupus)  sono stati uccisi, nel giro di 7 giorni in Provincia di Potenza di cui due all’interno del territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.

Il primo, un maschio di 4/5 anni d’età, è stato rinvenuto giovedì sul Monte Raparo, dai  naturalisti impegnati nel progetto di ricerca  “Convivere con il lupo conoscere per preservare” che vede coinvolti 6 parchi nazionali del Sud italia e che sta portando a importanti risultati volti a definire lo status del lupo nelle aree protette del sud italia. Il lupo presentava una evidente ferita sulla zampa con molta probabilità riconducibile ad una tagliola che ha portato alla morte del lupo per dissanguamento o setticemia.

Il secondo, una maschio di 3/4 anni, è stato  rinvenuto sabato a Vaglio da parte dei componenti dell’Osservatorio Regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche della Regione Basilicata. L’animale aveva evidenti traumi sulla zona occipitale riconducibili ad arma da fuoco o oggetti contundenti.

Il terzo, una femmina di circa un anno d’età, è stato rinvenuto nella mattinata di mercoledi a Pergola di Marsico Nuovo, morto in seguito ad un investimento da parte di un veicolo il cui conducente si è fermato per soccorrere il povero animale anche se non c’è stato nulla da fare con l’animale che è morto sul colpo.

Questi tre casi, due dovuti ad evidenti casi di bracconaggio sul lupo ed uno a cause del tutto fortuite, ripropongono la drammaticità del bracconaggio verso questa specie che ricordiamo essere  la prima minaccia per il lupo, se è vero come sostengono gli esperti dell’Università Sapienza di Roma, che ogni anno perdiamo in Italia circa il 15-20% della popolazione di lupo a causa di uccisioni illegali.

Questi ennesimi episodi richiamano con urgenza la necessità di adottare politiche territoriali a sistema per creare le migliori condizioni di convivenza tra le attività produttive e la presenza di specie come il lupo e la Regione, insieme ai parchi nazionali e regionali lucani, devono assumersi il ruolo e le responsabilità che gli competono in questo campo.

Riteniamo che la prevenzione sia l’unica strada e che bisogna dare risposte concrete a chi ancora oggi vive i casi di predazione e la condivisione dei nostri territori con i lupi come un problema, educando ed informando la popolazione sulla reale ecologia e biologia del lupo e supportando gli allevatori con la diffusione delle migliori pratiche di prevenzione sperimentate dalle alpi all’appennino anche in progetti come il LIFE Arctos ed il LIFE Medwolf. Cani da guardia idonei, recinzioni elettrificate ed un’attività di allevamento che sia gestita considerando la presenza di questa specie, sono tre elementi essenziali su cui le istituzioni si devono impegnare anche con quelle risorse messe a disposizione nei PSR per tali fini.
Rimane comunque inaccettabile che simili episodi di bracconaggio rimangano senza colpevoli. Il WWF auspica un serio e puntuale lavoro di vigilanza e di indagine perché il bracconaggio ai danni del nostro patrimonio faunistico e dei nostri tesori di biodiversità non può continuare a rimanere impunito.
Stime recenti realizzate da esperti e presentate al Congresso nazionale di Teriologia (la branca della biologia che studia i mammiferi) nel 2014 parlano di una popolazione che in Italia oscillerebbe tra 1.600 e 1.900 individui.

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