Milano 27 ottobre 2015 – Quest’anno l’esclusiva cornice di Expo è stata la location prescelta per la premiazione dei 40 agricoltori, selezionati tra gli oltre 400 conferitori per l’anno 2015, che hanno saputo consegnare il pomodoro migliore. Alla presenza dell’Amministratore Delegato della società Francesco Mutti e di Denis Pantini – economista, ricercatore e consulente in numerosi ambiti di sviluppo dell’agroalimentare – l’Azienda agricola Aschieri (Parma) è salita oggi sul gradino più alto del podio, seguita dall’Azienda agricola Schiena (Piacenza) e dall’Azienda agricola F.lli Bisio (Alessandria), classificatesi rispettivamente al secondo e terzo posto.
“Il premio che conferiamo oggi assume quest’anno un valore particolare”, ha commentato Francesco Mutti. “La raccolta del 2015 ha infatti registrato una crescita del 22% rispetto allo scorso anno, raggiungendo complessivamente le 280 mila tonnellate: un traguardo che ci riempie di soddisfazione, senza però che vi siano state deroghe all’irrinunciabile principio della qualità. Anche sotto questo punto di vista”, ha proseguito Mutti, “il raccolto presenta ottimi risultati: +7,5% di residuo ottico rispetto al 2014, un rosso pieno abbondantemente al di sopra dell’indicatore della scala colorimetrica e ricchezza in termini di fibra e aroma. Siamo allo stesso modo convinti che, per ottenere una tale qualità, sia indispensabile far parte di una stessa famiglia, instaurando e mantenendo relazioni solide e durature con tutti i nostri agricoltori: il Premio Pomodorino D’Oro ne è un segno tangibile. Quest’anno abbiamo poi prodotto un risultato in più”, ha concluso Mutti: “L’attività di monitoraggio dell’impronta idrica che stiamo conducendo da diversi anni con il WWF e la conseguente attività di assistenza tecnica ci hanno consentito un risparmio idrico medio del 27%”.
La maggior parte delle aziende agricole che conferiscono il pomodoro ogni anno sono situate principalmente in Emilia-Romagna (75%) e nelle regioni più vicine: Lombardia (13%), Veneto (5%), Piemonte (4%). In misura minore, sono presenti anche alcune aziende del litorale tirrenico (Lazio 2% e Toscana 1%).
La competizione per ottenere il Premio Pomodorino D’Oro Mutti, che oltre al prestigio mette in palio un riconoscimento monetario in base alla qualità del pomodoro conferito, comincia ad inizio anno, quando Mutti comunica ai suoi produttori, tramite le Organizzazioni Produttori di appartenenza, il fabbisogno di pomodoro per la produzione annuale. Da quel momento in poi, gli agricoltori intraprendono un lungo percorso, che terminerà solo a campagna conclusa.
“Di fronte ad uno scenario di strutturale volatilità dei prezzi e incremento della pressione concorrenziale, l’integrazione di filiera rappresenta una strategia efficace per garantire sostenibilità economica, in primis alle imprese agricole – ha spiegato Denis Pantini, economista e responsabile dell’area agroalimentare di Nomisma –. Una filiera integrata permette di garantire una qualità controllata delle produzioni e una maggior efficienza del processo produttivo, entrambi fondamentali per essere competitivi oggi nel mercato mondiale”.
Per Mutti, la qualità del prodotto e dei processi produttivi rappresenta da sempre un valore irrinunciabile: sin dal ’99 l’azienda certifica, prima in Italia, i propri prodotti con il marchio “Produzione Integrata Certificata”. A questo si aggiunge, nel 2001, anche la dichiarazione “non OGM”, certificazione che prevede un doppio controllo, sulle operazioni agricole e sulle piantine, sul pomodoro fresco e sul prodotto finito.
Inoltre, ogni anno, agli agricoltori conferenti è richiesto di rispettare parametri qualitativi ancor più rigidi rispetto a quelli già imposti dalle autorità competenti. Per produrre un pomodoro eccellente, Mutti, che da sempre ha un occhio di riguardo per la sostenibilità, include nei criteri di valutazione anche l’attenzione al consumo idrico. Dal 2010, grazie a una partnership con il WWF volta a promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse, Mutti fornisce, ad una quota sempre crescente di agricoltori, delle sonde per la misurazione dell’umidità del terreno. Come ulteriore supporto, prevede incontri formativi, assistenza tecnica specialistica e monitoraggio diretto sull’irrigazione.
Infine, in occasione del “Pomodorino d’Oro”, Mutti premia insieme al WWF anche l’agricoltore che, nel corso della campagna, si è distinto per metodi di coltivazione sostenibili. Quest’anno, la Menzione “Idee per l’acqua” è stata assegnata all’Azienda agricola Giovanni Sanfelici che, utilizzando un efficace software sviluppato dall’organizzazione ASIPO, è riuscita ad ottimizzare l’irrigazione (quantitativi e tempistiche) e ottenere così un consumo d’acqua molto inferiore a quello che una stagione calda come quella 2015 avrebbe richiesto. Il tutto con l’obiettivo di sensibilizzare e incentivare gli agricoltori a ridurre l’impiego di acqua e fertilizzanti, nel rispetto della terra e per amore delle generazioni future.
“Il successo di lungo termine nella gestione sostenibile delle risorse idriche richiede tempo e la collaborazione con Mutti è costruita sulla consapevolezza che l’acqua è una risorsa e un rischio condivisi per la natura, le persone e le aziende” – ha commentato Stuart Orr, Responsabile Water Stewardship del WWF International – “Mutti è parte di un’avanguardia di imprese che ha usato l’impronta idrica creando un percorso e soluzioni che funzionano per tutti i consumi di acqua in agricoltura, promuovendo le buone pratiche”.