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Le Regioni protagoniste nella lotta al cambiamento climatico

La Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali chiede al Governo che alla Conferenza delle Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, COP 21 di Parigi del dicembre prossimo, l’Italia presenti la proposta di ridurre entro…

La Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali chiede al Governo che alla Conferenza delle Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, COP 21 di Parigi del dicembre prossimo, l’Italia presenti la proposta di ridurre entro il 2030 del 50%, invece che solo del 40% (come concordato su scala europea), le emissioni di gas che provocano l’effetto serra, rispetto ai valori del 1990 e solleciti il varo di un accordo globale efficace, legalmente vincolante ed equo.
Lo fa approvando oggi una Mozione, i cui contenuti sono stati proposti dal WWF (associazione impegnata su queste tematiche su scala globale), che sarà sottoposta in questi giorni ai singoli consigli regionali.
 
L’Assemblea plenaria si è svolta oggi a Milano, nella sede del Consiglio regionale della Lombardia. Erano presenti, oltre al Coordinatore, Presidente Franco Iacop (Friuli Venezia Giulia), e al Presidente del Consiglio lombardo, Raffaele Cattaneo, i Presidenti Piero Lacorazza (Basilicata), Nicola Irto (Calabria), Simonetta Saliera (Emilia-Romagna), Francesco Bruzzone (Liguria), Antonio Mastrovincenzo (Marche), Vincenzo Niro (Molise), Mauro Laus (Piemonte), Giovanni Ardizzone (Sicilia), Donatella Porzi (Umbria), Marco Vierin (Valle d’Aosta), i VicePresidenti Roberto Bizzo (Bolzano) e Giuseppe Longo (Puglia):
 
Nelle premesse della Mozione si parte dalla constatazione che gli impatti del cambiamento climatico sono già visibili anche nel nostro Paese dall’aumento degli eventi estremi alla fusione dei ghiacciai alpini. E dalla consapevolezza che si rischia, se non diminuiranno le emissioni di gas serra, che aumentino la probabilità di effetti gravi, diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi.
 
Le Regioni sono consapevoli che gli attuali impegni di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra, assunti volontariamente dai Paesi, non tengono ancora conto delle indicazioni della comunità scientifica sulle riduzioni necessarie per fare in modo che l’aumento medio della temperatura globale rispetto all’era preindustriale si mantenga ben al di sotto dei 2°C. Da qui emerge la necessità che, per limitare il cambiamento climatico, si proceda a riduzioni forti e durature delle emissioni a gas a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e misure di adattamento, possono limitare i rischi posti dal cambiamento climatico.
 
Le Regioni sono anche pronte a fare la loro parte, impegnandosi, come scritto nella Mozione a:
a)    inserire nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in campo energetico  e di miglioramento della qualità dell’aria misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2: perseguendo l’obiettivo dell’azzeramento dell’uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli impianti più inquinanti; adottando nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulle energie rinnovabili, il risparmio e l’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata e per la climatizzazione residenziale e del terziario.
b)    privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti: promuovendo le modalità di trasporto meno inquinanti e adeguando prioritariamente le infrastrutture esistenti; contemplando misure per l’arresto del consumo del suolo e che favoriscano la rigenerazione urbana; prevedendo azioni di recupero ecologico delle sponde e delle zone di esondazione naturale dei corsi d’acqua.
 
Le Regioni vogliono così dare al Paese e all’Europa un segnale forte di consapevolezza che il cambiamento climatico in atto rappresenta una gravissima minaccia per il Pianeta e per i suoi ecosistemi come li conosciamo, e un rischio permanente per il territorio e le popolazioni locali.

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