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Alla ricerca delle tartarughe palustri

Grazie al WWF Italia i visitatori più fortunati potranno assistere dal vivo alla nascita delle tartarughe d’acqua dolce che proprio in queste settimane stanno venendo al mondo in tre centri di riproduzione, tutti gli altri potranno seguire ricercatori…

Grazie al WWF Italia i visitatori più fortunati potranno assistere dal vivo alla nascita delle tartarughe d’acqua dolce che proprio in queste settimane stanno venendo al mondo in tre centri di riproduzione, tutti gli altri potranno seguire ricercatori e naturalisti per un fine settimana speciale il 19 e 20 settembre per scoprire la bellezza e lo stato di salute delle tartarughe palustri, autoctone e protette, che popolano le zone umide.
 
Quello organizzato dal WWF Italia è un week end speciale per avvicinarsi alle “nostre” specie di tartarughe palustri: l’europea Emys orbicularis e l’endemica siciliana Emys trinacris minacciate dalla perdita di habitat, dal traffico stradale e negli ultimi anni dalle più aggressive specie ‘aliene’ come la notissima tartaruga dalle guance rosse (Trachemys scripta elegans), spesso infelicemente e illegalmente abbandonate negli specchi d’acqua.
 
Nelle Oasi WWF di Valle Averto (Veneto), Cave di Noale (Veneto), Oasi Stagni di Casale (Veneto), La Francesa (Emilia Romagna), Le Bine (Lombardia – per le Trachemys), Serranella (Abruzzo), Persano (Campania), Policoro (Basilicata), Pantano di Pignola (Basilicata) Lago Preola e Gorghi Tondi (Sicilia), “Centro recupero Emys” di Albenga (Liguria) sarà possibile vedere dal vivo le testuggini palustri sia le nostrane Emys, che la invasiva Trachemys.

Nelle Oasi WWF “La Francesa” (Emilia Romagna)”, Oasi WWF Lago Preola e Gorghi Tondi (Sicilia) e nel centro della provincia di Savona  Albenga (Liguria)  vi sono tre importanti centri per la riproduzione dove in queste settimane si stanno schiudendo le uova e con un po’ di fortuna sarà possibile assistere all’evento.
 
Emys orbicularis è una specie protetta a livello europeo (inserita in appendice II della Convenzione di Berna e nelle appendici II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE) , mentre Emys trinacris, è inserita nella categoria in pericolo (classificata come “Endagered” nella “Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani”). 

 Il WWF Italia ha recentemente pubblicato uno studio ‘Le testuggini palustri nelle Oasi del WWF Italia’ sul monitoraggio svolto nel 2014 da WWF e Società Erpetologica Italiana

Emys orbicularis ed Emys trinacris

In Italia vi sono due distinte specie autoctone di Testuggini palustri: Emys orbicularis diffusa nella penisola e in Sardegna ed Emys trinacris presente esclusivamente in Sicilia (Di Cerbo, 2011; Zuffi et al, 2011). Quest’ultima entità è stata recentemente descritta e distinta da E. orbicularis su base  genetica (Fritz et al., 2005; Pedall et al., 2011).  
Nel nostro Paese le popolazioni di testuggini palustri vivono in una vasta gamma di corpi idrici come stagni, laghetti, paludi e corsi d’acqua a corrente lenta. La maggior parte delle popolazioni sono planiziali, ma le due specie possono raggiungere anche i 1540 m s.l.m. per E. orbicularis  (in Calabria) e i 1400 m s.l.m. per E. trinacris. Le popolazioni più numerose sono nel delta del Po (Veneto ed Emilia Romagna), in Toscana, nel Lazio, in Campania e in Calabria (Mazzotti e Zuffi, 2006),. Vi è, tuttavia, ancora notevole incertezza sulla attuale consistenza numerica delle popolazioni di Emys (Zuffi et al., 2011).
Nel secolo scorso, le testuggini palustri hanno subito un forte declino in tutta Italia e le principali minacce per la loro sopravvivenza sono riconducibili alla bonifica e all’alterazione delle zone umide e dei circostanti habitat terrestri; a ciò si aggiunge una grossa mortalità dovuta al traffico stradale, a causa anche della costruzione di strade che hanno contribuito a frammentare gli habitat e ad isolare popolazioni costrette di conseguenza a un grave declino numerico. Spesso le popolazioni relitte sono formate da pochi individui, il  che aumenta la probabilità di estinzione sia a causa dell’esiguità demografica che dell’isolamento genetico (Zuffi et al., 2011).
Emys orbicularis è inserita in appendice II della Convenzione di Berna e nelle appendici II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE ed è inserita, così come Emys trinacris, nella categoria in pericolo (“Endagered”) della “Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani” (Rondinini et al., 2013). Nella categoria globale dei vertebrati a rischio di estinzioni sono indicate entrambe come LC (Least Concern), categoria Minor Preoccupazione,  adottata per le specie che non rischiano l’estinzione nel breve o medio termine; Emys trinacris è classificata nella Lista rossa Internazionale come “Data Deficent”.    
 



LE TARTARUGHE ESOTICHE NON VANNO RILASCITE IN NATURA

 
Spesso nelle oasi WWF vengono portate, abbandonate o indiscriminatamente rilasciate esemplari di tartarughe palustri del genere Trachemys, più note come tartarughe dalle guance rosse (Trachemys scripta elegans) o dalle guance gialle (Trachemys scripta scripta) Trattandosi di specie alloctone che possono creare danni agli habitat e alle specie protette nelle nostre Oasi, molte delle quali appartenenti a Rete Natura 2000, non possono essere rilasciate in natura e quindi vengono spesso custodite in vasche, stagni isolati e acquari. Trachemys scripta elegans è inserita in allegato B nelle successive modifiche del Reg (CE) 338/97 che prevede l’applicazione della CITES in ambito UE.
Il mercato di tale specie risulta controllato solo in ambito UE e dal gennaio 1998 è vietata l’importazione all’interno della UE. Esemplari detenuti prima di tale data andavano a loro tempo denunciati alla forestale entro una scadenza limite.
 
Il problema è che molte persone continuano a portare o, più spesso, ad abbandonare presso le oasi WWF questi animali, che vanno invece segnalate al comando del Corpo Forestale più vicino il problema e di  richiedere indicazioni sul da farsi, riguardo gli esemplari che custodiamo temporaneamente perché non possono essere rilasciati per i motivi sopracitati e per il divieto di immissioni di specie alloctone previsto dal  DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 marzo 2003, n.12

 
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