Il Pendolino (Remiz pendulinus il suo nome scientifico) ha nidificato quest’anno, dopo una lunga pausa di circa 50 anni, al “Bosco WWF di Vanzago”, vicino Milano. Uccello di piccole dimensioni, appartenente all’ordine dei passeriformi, deve il suo nome alla caratteristica forma a pendolo del nido, un vero gioiello di architettura.
Nidifica in zone umide con presenza di vegetazione ripariale arborea: la specie è appunto caratterizzata dal modo in cui costruisce il proprio nido, sospeso e formato da fibre vegetali e animali intrecciate da filamenti di erba, dalla peluria dei semi di salice e pioppo, da lana di animali e da filamenti di canne. Il nido è alto circa 20 centimetri e largo 15, le pareti hanno uno spessore di circa 3, il tutto con un peso di gr.75/110 grammi. Generalmente viene collocato sui rami verticali di salice, pioppo, ontano e betulla, oppure appeso su ramoscelli o in canneti in ambiente umido, in genere sulle rive di fiumi o acque salmastre, rive boscose vicino a paludi. In meno di 18 giorni viene costruito dal maschio e rifinito dalla femmina.
La popolazione italiana nell’ultimo decennio è diminuita sensibilmente in particolar modo in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna: la prima causa di decino sembra essere la distruzione dell’habitat. Le operazioni di bonifica di paludi e delle zone umide in generale hanno portato alla riduzione dell’ambiente tipico del pendolino, così come non ha giovato alla specie la canalizzazione dei corsi d’acqua con il conseguente deterioramento della vegetazione ripariale.
Secondo l’IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, la specie è da considerarsi “Vulnerabile” per i criteri e la categoria della “Lista rossa”.
La presenza delle zone umide all’interno del “Bosco WWF di Vanzago” ha permesso a questa specie di ritornarvi.
Assieme alla nidificazione per la prima volta dell’astore, quella del pendolino è una nuova felice sorpresa che ha riservato la stagione riproduttiva del 2015.
