C’è un nuovo modo di fare cooperazione che riesce a coniugare sviluppo, tutela della biodiversità e turismo responsabile, mettendo al centro le comunità locali.
E’ il messaggio dell’incontro “Dialoghi sul Kenya”, svoltosi alla Cascina Triulza all’interno dell’Expo di Milano. L’evento è stato promosso da Mani Tese, Slow Food, WWF, NECOFA e Slow Food Kenya per raccontare il progetto “Economie locali e tutela della biodiversità”.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per presentare il volume “Kenya. Una guida di turismo responsabile”, scritta da Duccio Facchini (Edizioni Altreconomia).
“È la prima volta che Mani Tese decide di affiancare a un progetto di cooperazione internazionale un’iniziativa di turismo responsabile. È per noi un esperimento e allo stesso tempo una sfida”, ha dichiarato Barbara Cerizza, coordinatrice di Mani Tese. “Dietro questa scelta c’è la volontà di condividere il lavoro che svolgiamo e di cercare nuove modalità di raccontare i progetti e le azioni che realizziamo nel Sud come nel Nord del mondo, consapevoli che sono patrimonio collettivo da condividere e che la cooperazione internazionale deve mantenere un’importante componente di partecipazione popolare”.
Per la riuscita del progetto è stato decisivo il contribuito di tutti i partner. Il Wwf, ha spiegato Paola Brambilla, delegata WWF Lombardia, presente al seminario con la delegazione keniota: “ha monitorato la situazione. In particolare il declino delle specie simboliche, che segnala il degrado ecologico e l’impoverimento dei servizi ecosistemici alla base della vita delle popolazioni locali. Con l’aiuto di Mani Tese e Slow Food, ha costruito modelli partecipati di riforestazione, coltivazione di prodotti autoctoni divenuti presidi Slow Food – come miele locale pregiato, carne di agnello montano – per favorire un’agricoltura locale sostenibile e riqualificare gli ambienti idrici. Il valore delle foreste, come affermato dalla campagna foreste del WWF, è globale ed è legato al coinvolgimento delle comunità locali”.
John Kariuki Mwangi, vice presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, ha ricordato il duro lavoro in corso per salvare la biodiversità in Kenya: “Vorremmo rafforzare il legame tra produttori e consumatori attraverso gli Earth Markets, i piccoli negozi e i ristoranti”.
Il nuovo circuito di turismo sostenibile, fondato sulla sapiente conoscenza dei luoghi e dell’osservazione naturale patrimonio delle popolazioni locali, è destinato a portare reddito alle popolazioni locali e non ai grandi operatori dei circuiti turistici commerciali internazionali. Il fiume diviene così testimone delle connessioni tra biodiversità, accesso alle risorse, democrazia, diritto a un ambiente sano, al cibo e all’acqua.
Tra le molte azioni previste dal progetto, c’è la realizzazione di una guida sulla regione. A richiederla è stato il partner locale Network for Ecofarming in Africa. Il volume “Kenya. Una guida di turismo responsabile”, scritto da Duccio Facchini ed edito da Altreconomia, è uno strumento pensato per valorizzare il patrimonio ambientale e culturale delle comunità, sviluppando il turismo responsabile per farlo diventare un’opportunità per le comunità locali, oltre che un’occasione di scambio e conoscenza reciproca. La guida raccoglie e presenta tutte le azioni del progetto, declinandole e spiegandole al turista attento e curioso, che vuole viaggiare nella Rift Valley andando a vedere le sue bellezze naturali ma anche le sue ricchezze culturali e sociali.