“Le clamorose rivelazioni de Il Fatto (circa le presunte pressioni verso la giuria popolare per derubricare il reato NdR) – commenta Luciano Di Tizio, Delegato Abruzzo del WWF Italia – meritano un approfondimento. Il WWF segue questa vicenda sin dall’inizio.
Pagammo anche di tasca nostra le primissime analisi sulle acque potabili e rendemmo pubblico il fatto che in quell’acqua erano presenti contaminanti. Siamo nel processo come parte civile e siamo stati presenti in tutte le udienze. La sentenza ci sorprese ma ne prendemmo atto, sia pure con amarezza.
Ora emergono inquietanti ipotesi. Solleciteremo il doveroso accertamento dei fatti, a questo punto necessariamente anche con un esposto, perché su questa vicenda non restino ombre di alcun tipo”.
L’avvocato Tommaso Navarra, che tutela il WWF Italia nel cosiddetto processo di Bussi, aggiunge: “Laddove confermate, le dichiarazioni apparse oggi sul Fatto Quotidiano appaiono di assoluta gravità. Noi abbiamo sempre creduto nella estrema fondatezza in fatto e in diritto delle imputazioni. Le centinaia di migliaia di pagine degli atti processuali sono state la base unica e onesta intellettualmente delle nostre convinzioni. Naturalmente per decidere era ed è indispensabile leggere quelle carte. Se non fosse stato fatto sarebbe di una gravità assoluta e rispetto a questa ipotizzata evenienza siamo sostanzialmente senza parole. Per come abbiamo sempre fatto continueremo a cercare la verità anche rispetto a queste novità che fanno vacillare, speriamo a torto, la nostra piena fiducia nei confronti di una giustizia che in questo caso aveva ed ha anche il presidio della giuria popolare. Quando prima, in tempi rapidi, attendiamo Giustizia. E siamo sempre fiduciosi di ottenerla, a cominciare dall’esito del ricorso per Cassazione depositato dai pubblici ministeri Mantini e Bellelli per l’annullamento proprio della derubricazione del fatto da doloso a colposo con conseguente ritenuta prescrizione”.