Il WWF è lieto di affiancare la promozione in Italia del film L’ultimo lupo del grande maestro, Jean-Jacques Annaud, in uscita al cinema il prossimo 26 marzo distribuito da Notorious Pictures. La sua ultima opera, secondo il WWF, ha la forza necessaria a scardinare alcuni ostacoli ‘culturali’ che impediscono la corretta conoscenza nel nostro paese di questa specie ‘simbolo’ della natura selvaggia e ancora così importante per gli equilibri naturali.
Come accade ai lupi protagonisti del film, anche nella nostra cultura i predatori hanno da sempre assunto una connotazione negativa, frutto di rapporti conflittuali quando l’Italia e l’Europa erano prettamente agricole, e rinforzata anche da favole e leggende quasi sempre esagerate. Negli anni ‘70 il WWF aveva stimato appena 100 esemplari in tutta Italia. Grazie alla battaglia intrapresa dal WWF con l’operazione San Francesco oggi in Italia vivono quasi 1.200 lupi. Ma la loro espansione ha provocato una nuova ondata di persecuzione. Ogni anno decine e decine di lupi vengono uccisi da trappole, veleni e altre armi dei bracconieri che utilizzano gli episodi di aggressione del lupo al bestiame come pretesto per eliminare un animale di nuovo considerato come ‘nocivo’.
“E’ in atto un pericoloso ritorno al passato, che rischia di cancellare gli straordinari sforzi finora fatti per la conservazione di questa specie e la messa a frutto delle migliori esperienze di convivenza uomo-predatori già avviate in molte parti del nostro paese – ha dichiarato Donatella Bianchi – Presidente del WWF Italia – La storia da cui è tratto il film chiarisce molto bene come siano saltati gli equilibri su cui si basa la convivenza tra lupi e uomini e quanto questo provochi l’accanimento di questi ultimi verso i predatori. L’ultimo lupo di Jean-Jacques Annaud rappresenta questa drammatica realtà con immagini potenti e suggestive, capaci di descrivere il legame profondo che Annaud ha saputo mostrare tra la natura e le popolazioni indigene, abituate a sopravvivere in ambienti estremi, e l’importanza della loro sapienza rispetto a tali relazioni. In questo film la favola del lupo ‘cattivo’ a cui siamo abituati, si ribalta: il lupo è sì una specie crudele ma trova nel suo cammino uomini capaci di azioni orribili e ‘incomprensibili’: l’uomo diventa corruttibile, crudele e a volte anche stupido”.
.L’affiancamento del WWF al film si inserisce in un percorso culturale avviato dall’Associazione per la corretta conoscenza del lupo in Italia. Ecco perché l’associazione ha prodotto il documento “Le cinque favole da sfatare “ sul lupo, altrettanti luoghi comuni privi di fondamento. Accanto a questo percorso il WWF svolge anche un’azione concreta con progetti che mettono in pratica gli interventi per una possibile convivenza tra attività umane e predatori. Con lo slogan “Viva il lupo” il WWF chiede il sostegno ai progetti di conservazione dedicati al lupo