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La piena distrugge il centro visite dell’Oasi WWF Ripa Bianca

MARCHE Le immagini sono quelle che mai avremmo voluto vedere. La piena del fiume Esino ha distrutto il cuore della Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi, in provincia di Ancona. Il primo centro visita dell’Oasi WWF, inaugurato nel…

MARCHE

Le immagini sono quelle che mai avremmo voluto vedere. La piena del fiume Esino ha distrutto il cuore della Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi, in provincia di Ancona. Il primo centro visita dell’Oasi WWF, inaugurato nel 1997 assieme al padre di Sergio Romagnoli (l’attivista WWF scomparso prematuramente e a cui era intitolato), è crollato nel fiume Esino a causa dell’erosione del terreno sottostante. Un piccolo prefabbricato in legno ma pieno di bellissimi ricordi e quindi di grande valore affettivo per gli operatori e volontari della Riserva.
La casetta in legno era poi diventata il luogo di un progetto sulla disabilità psichica infantile e negli ultimi anni, utilizzata come spogliatoio, ripostiglio attrezzi e luogo di ritrovo dai nonni degli “orti biologici sociali” che, autorganizzandosi, l’avevano riqualificata e ne curavano la manutenzione.
Nonostante lo sconforto che aleggiava nella Riserva gli operatori erano tutti al lavoro per transennare l’area interessata dalla piena e allestire alcune nuove aree con sentieri e aree sosta per consentire il normale svolgimento delle attività in programmazione per la primavera.
Lo sconforto è ancora maggiore per la previdibilità dell’evento per una situazione di rischio che la Riserva ha iniziato a segnalare già dal novembre del 2013. Il WWF Italia comunicherà al Comune di Jesi, proprietario dell’area, la stima dei danni subiti ed i costi necessari per il ripristino dell’area.

Nella notte tra il 5 e 6 marzo 2015 l’ondata di maltempo che ha colpito il nostro Paese non ha risparmiato anche altre Oasi del WWF. Particolarmente colpite le zone umide. Le piene del fiume Esino nelle Marche e le forti raffiche di vento in Umbria e Toscana hanno causato il crollo di alberi lungo i sentieri e le strade principali e danneggiato le strutture.

UMBRIA

Già colpita nel 2012 dalla piena del fiume Tevere, l’Oasi di Alviano era finalmente tornata a essere totalmente fruibile al pubblico. Erano appena terminati gli ultimi lavori di messa in sicurezza con l’apertura proprio in questi giorni della Torre. Purtroppo questa volta è stato il forte vento a danneggiare le strutture. Lungo i sentieri è stato scoperchiato un capanno e la torre è di nuovo chiusa per il crollo di alcune travi e una parete. Minori danni anche alle strutture del sentiero natura quali bacheche e cartelli caduti e qualche albero sulla parete di incannucciata a protezione del sentiero natura.

 
TOSCANA

Nelle due aree maremmane – la Riserva naturale di Burano e la Riserva della Laguna di Orbetello – il vento ha provocato molti danni. Una tromba d’aria ha fatto cadere gli alberi lungo la litoranea, la segnaletica stradale e la tabellazione di perimetrazione. Piante sono cadute anche lungo i sentieri natura di entrambe le Oasi e sul sentiero di Orbetello
è crollata una grande quercia. Sulla litoranea sono crollati pini di 80/90 anni. Nella Riserva di Burano, il vento ha spezzato alberi di di ginepro, bacheche e pannelli didattici. Sempre a Burano un osservatorio ha subito danni al tetto mentre un altro capanno ha subito danni alla facciata esposta verso il lago.
Anche l’Oasi affiliata Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri è stata pesantemente danneggiata con numerosi alberi caduti e danni alle staccionate, alle passerelle e ad un osservatorio. Serviranno ancora diversi giorni di lavoro prima di poter riaprire l’ Oasi ai visitatori (riapertura indicativa il weekend del 21-22 marzo). Insegne e qualche bacheca divelta anche all’Oasi Dune Forte dei Marmi.

CAMPANIA

Ancora difficile stimare i danni presso la riserva naturale Cratere degli Astroni. La caduta di alberi ha bloccato il sentiero sin dal belvedere e non è quindi possibile scendere per constatare i danni. Al momento il personale con l’ausilio di ditte specializzate è impegnato a rimuovere i due lecci caduti sul sentiero per liberare l’accesso. Si è inoltre
potuto constatare che il livello del lago ha raggiunto i massimi storici, arrecando danni a uno dei capanni lungo la riva del lago.

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