Bene l’azione della magistratura che sta agendo sull’oleodotto che due mesi fa ha prodotto gravi danni ambientali nella zona di Fiumicino, oggetto anche di un esposto WWF che nell’area gestisce ben tre oasi. Lo sversamento di cherosene è stato un ‘crimine di natura’ che potrebbe ripetersi vista la mancanza di adeguati sistemi di sicurezza e monitoraggio di questo come di molti altri impianti simili.
La vicenda di Maccarese evidenzia un crescente fenomeno nazionale legato ai furti di combustibile ai danni degli oleodotti. L’ENI stessa sta sperimentato un nuovo sistema di monitoraggio e controllo ma il WWF chiede che l’adozione di queste tecnologie riguardi tutti gli oleodotti, di ogni compagnia, che attraversano le aree naturali sensibili e in particolare quelle protette o con alta valenza di produzione agroalimentare.
In questo senso sarebbe opportuno la questione fosse posta in modo corretto dal Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico a cui il WWF chiede un programma pluriennale di adeguamento affinchè si aumenti il controllo, il monitoraggio e la tempestività degli interventi.
“La decisione conferma l’attuale assenza di un adeguato sistema della condotta contro eventuali furti o danni strutturali. E’ un’occasione per ribadire che ci sono stati danni ingenti alla flora e alla fauna, oltre alla salute dei cittadini, in un territorio a forte vocazione agricola e turistica. Rimaniamo vigili sugli sviluppi della vicenda e alla Conferenza dei Servizi monitoreremo con scrupolo i Piani di caratterizzazione e della bonifica vera e propria dell’area colpita dallo sversamento di cherosene” dichiara Riccardo Di Giuseppe, responsabile delle Oasi WWf di Fregene e Maccarese.