La fragilità dei nostri territori è la diretta conseguenza della scelleratezza con cui, dal dopoguerra a oggi, abbiamo abusato di una delle nostre più preziose risorse: il suolo – denunciano FAI – Fondo Ambiente Italiano e WWF.
Ma mentre viviamo il dramma e mentre langue alla Camera dei Deputati l’esame della proposta normativa sul consumo del suolo, un deprecabile emendamento alla Legge di Stabilità approvato in Commissione (38.2 On. Marchi, PD) proroga per tutto il 2015 la possibilità di usare ancora almeno il 50% degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti dei Comuni.
Si vuole perpetuare così un meccanismo perverso (più nuove costruzioni, più introiti per i Comuni) che ha contribuito a distruggere il nostro territorio, in controtendenza con le proposte di legge sul consumo di suolo di iniziativa governativa e parlamentare nelle quali si chiede venga eliminato.
L’emergenza è tale da non rendere più possibile per il Parlamento dare messaggi contrastanti e procrastinare un impegno già preso due legislature fa: approvare una normativa sul consumo di suolo.
FAI e WWF chiedono al Governo che prenda in serio esame la decretazione d’urgenza, sospendendo con una moratoria, fino alla piena realizzazione della pianificazione paesaggistica prescritta dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (tutt’ora lettera morta in tutte le Regioni), il rilascio e l’esecuzione dei titoli abilitativi edilizi soprattutto per quelle aree territorialmente più delicate quali coste, argini fluviali, aree parco.
La proposta di iniziativa parlamentare sul consumo del suolo (AC 2039) è finalmente oggetto dei lavori delle Commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera dei Deputati, ma i tempi lunghi con cui il Parlamento sta affrontando la materia e la quotidiana emergenza provocata dallo sviluppo caotico e ingiustificato delle nostre aree metropolitane, dalla costruzione di grandi opere inutili e dalla cementificazione dei corsi d’acqua, ci spingono a chiedere al Governo un decreto legge.
Si aggiunga che in questo mese di novembre due Regioni, la Toscana prima e la Lombardia poi, hanno approvato leggi sul consumo di suolo. Questi atti richiamano ancora di più la necessità e l’urgenza di una legge nazionale in materia, per evitare che ciascuna Regione si doti di norme “su misura”.
La legge regionale della Toscana, sebbene criticabile per il numero e la capziosità delle disposizioni in essa contenute (256 articoli), è apprezzabile per la chiarezza con cui introduce il principio di consumo di nuovo suolo esclusivamente nell’ambito del territorio già urbanizzato.
La legge regionale della Lombardia dimostra invece come la giustezza di principi possa essere annullata dalle norme transitorie (articolo 5, in particolare i commi 4 e 5). In Lombardia, infatti, per i prossimi 2 anni si conferma tutto quanto a oggi previsto dai Piani di Governo Territoriale (PGT) comunali. A poco servirà la prescrizione che impone ai Comuni di approvare unicamente varianti del PGT che non comportino nuovo consumo di suolo, perché da questa misura vengono in ogni caso esclusi gli ampliamenti di attività economiche già esistenti e quanto in attuazione degli accordi di programma a valenza regionale.
Per questo FAI e WWF ribadiscono con forza l’assoluta necessità di una norma nazionale d’urgenza e di una moratoria che tuteli l’Italia più fragile.