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Biodiversità, le Regioni usino i 50 miliardi dei fondi comunitari 2014 – 2020

In vista della prossima scadenza del 22 luglio per la presentazione da parte delle Regioni dei programmi operativi dei diversi Fondi comunitari 2014 – 2020 il WWF lancia un appello per un adeguato finanziamento delle misure per la…

In vista della prossima scadenza del 22 luglio per la presentazione da parte delle Regioni dei programmi operativi dei diversi Fondi comunitari 2014 – 2020 il WWF lancia un appello per un adeguato finanziamento delle misure per la tutela della biodiversità e la gestione della rete Natura 2000

31.131 milioni di euro per la politica di coesione (programmi FESR, FSE, Fondi di coesione); 1.137 milioni di euro per la cooperazione territoriale; 20.860 milioni di euro per lo sviluppo rurale di cui 18.620 milioni di euro assegnati alle Regioni e Province autonome per la definizione dei rispetti PSR (Programmi per lo Sviluppo Rurale), queste le cifre della prossima programmazione dei Fondi comunitari 2014 – 2020 che dovrà essere definita entro il prossimo 22 luglio dalle Regioni e dal Ministero sviluppo economico MISE e dal Ministero politiche agricole MIPAAF ricorda il WWF Italia.

I Regolamenti dell’Unione Europea prevedono l’obbligo di destinare almeno il 20% delle risorse del FESR Fondo europeo di sviluppo regionale per investimenti che favoriscono la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio ed almeno il 30% delle risorse del FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale alle misure di investimento per finalità connesse all’ambiente e al clima.

I Regolamenti comunitari lasciano però la responsabilità della distribuzione delle risorse ai singoli Stati membri che dovranno decidere su cosa investire per il rilancio dell’economia e la crescita dell’occupazione in attuazione della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
In Italia la competenza della programmazione dei fondi comunitari è essenzialmente delle Regioni che devono entro il prossimo 22 luglio predisporre i rispettivi programmi operativi per i diversi Fondi comunitari.
Il WWF Italia ha per questo scritto a tutti gli Assessori regionali all’Ambiente ed Agricoltura ed ai Ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Agricoltura e dell’Ambiente per chiedere una particolare attenzione al finanziamento delle misure per la conservazione della biodiversità e la gestione della rete Natura 2000.

L’accordo di partenariato trasmesso dal Governo italiano alla Commissione UE il 22 aprile scorso prevede, nell’obiettivo tematico 6 Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse, espressamente azioni per la gestione della rete Natura 2000 attraverso l’attuazione dei PAF (Prioritized Action Framework) e dei piani di gestione delle aree protette europee (ZPS e ZSC) ed interventi per ridurre la frammentazione degli habitat e mantenere il collegamento ecologico e funzionale.

Il riferimento ai Fondi FESR e FEASR che dovrebbero assicurare le risorse per il finanziamento di questi interventi è però generico e non vincola le Regioni ad impegni minimi e cogenti.
Per questo il WWF Italia con una lettera a firma del suo Presidente Donatella Bianchi, ha chiesto alle Regioni ed ai Ministeri competenti un impegno concreto per assicurare nella definizione dei programmi operativi regionali:

–    L’adozione del Prioritized Action Framework (PAF) entro il 22 luglio con l’esplicita indicazione all’interno dei diversi programmi operativi regionali FESR e FEASR dei contributi previsti per la loro attuazione (al momento solo 15 Regioni hanno trasmesso alla DPN del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il rispettivo PAF).
–    Attivazione di tutte le misure nei PSR 2014 – 2020 connesse e funzionali alla gestione della rete Natura 2000 e alla conservazione della biodiversità naturale ad di fuori dei siti, con particolare attenzione all’attivazione della misura “Indennità Natura 2000”, prevista dall’art.30 del Regolamento (UE) n. 1305/2013, in relazione alle misure di conservazione definite per i diversi siti;
–    Attivazione delle misure dei diversi programmi operativi regionali funzionali alla realizzazione delle attività di monitoraggio delle specie ed habitat della rete Natura 2000 per una adeguata valutazione dello stato di conservazione e degli impatti dell’attuazione degli stessi programmi  operativi;
–    Adeguata integrazione delle risorse dei diversi programmi operativi regionali (FESR e FEASR)  per la gestione della rete Natura 2000 ed il raggiungimento degli obiettivi della Strategia UE 2020 per la biodiversità, anche attraverso l’applicazione di strumenti di gestione innovativi, come ad esempio gli accordi agro-ambientali d’area per la biodiversità, i progetti di cooperazione previsti dall’art.35 del Regolamento (UE) n. 1305/2013 ed i Community-led local development – CLLD (favorendo i progetti che coinvolgono siti Natura 2000).
Al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il WWF ha chiesto garanzie per l’inserimento di specifiche azioni per la conservazione della natura nel Programma della Rete Rurale Nazionale, che vale per il periodo 2014 – 2020 oltre 100 milioni di euro. In particolare è necessario assicurare risorse per la valutazione degli interventi per la tutela della biodiversità e gestione della rete Natura 2000 finanziati dai programmi operativi regionali, la valorizzazione delle buone pratiche ed il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie ed habitat d’interesse comunitario.
Per una ottimale definizione dei programmi operativi regionali il WWF ritiene inoltre indispensabile un’adeguata collaborazione tra i diversi servizi ed uffici degli Assessorati regionali a vario titolo competenti nell’attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità, in particolare dei servizi operativi degli Assessorati Ambiente ed Agricoltura.

PIATTAFORMA EUROPEA IN INGLESE http://www.financing-natura2000.eu/ 

SCHEDA SUI FONDI COMUNITARI 2014 – 2020

La politica di coesione della UE si articolerà su tre categorie di regioni, definite in base al livello del reddito pro capite regionale e su due obiettivi: “Investimenti per la crescita e l’occupazione” (finanziato da FESR, FSE e Fondo di coesione) e “Cooperazione territoriale europea” (finanziato dal FESR).  In base a tali disposizioni, per l’Italia, le regioni comprese nella categoria “meno sviluppate” sono Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; le “regioni in transizione” sono Abruzzo, Molise e Sardegna; le “regioni più sviluppate” sono tutte le altre.

A livello UE, nel confronto fra il periodo 2014-2020 e quello 2007-2013, la politica di coesione fa registrare una riduzione più marcata (nell’ordine del 9 per cento) di quella per il complesso delle risorse del Quadro Finanziario Pluriennale (pari a circa il 3 per cento).

Le risorse disponibili per la politica di coesione nel periodo 2014 – 2020 per l’Italia nei diversi programmi sarà la seguente: Fondi FESR –FSE – Fondi di coesione 31.131 milioni di euro; FEASR 10.430 milioni di euro; Cooperazione territoriale 1.137 milioni di euro.

Almeno il 20% delle risorse del FESR devono essere destinate per investimenti che favoriscono la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio;

Con la riforma della PAC (Politica Agricola Comune) l’Italia ha subito una riduzione delle risorse destinate al primo pilastro, legate all’uso del ”criterio della superficie”, ed ha ricevuto una compensazione a livello di politica di Sviluppo rurale. Pertanto, a prezzi correnti, per il settennio della PAC 2014-2020, l’Italia potrà contare su  26.983,5 milioni di euro per i pagamenti diretti e 10.429,7 per  lo sviluppo rurale (FEASR).

Dal massimale nazionale di quota Feasr per il periodo 2014 – 2020, cui corrisponde una spesa pubblica complessivamente pari a € 20.859.421.534 compreso il cofinanziamento nazionale, vengono sottratte le risorse occorrenti per l’attivazione delle misure nazionali (le cui linee di intervento e spesa pubblica sono: Rete Rurale € 100.003.534, Gestione del rischio € 1.640.000.000, Biodiversità animale € 200.000.000 e Piano irriguo € 300.000.000, per un totale pari ad € 2.240.003.534). Le risorse restanti (pari ad € 18.619.418.000) sono assegnate alle Regioni e Province autonome.
Nello sviluppo rurale è prevista la possibilità di attivare dei sottoprogrammi tematici (giovani agricoltori, piccoli agricoltori, montagna, filiera corta, donne nelle aree rurali, cambiamenti climatici e biodiversità).

Almeno il 30% del contributo totale del programma di sviluppo rurale dovrà essere allocato nelle misure di investimento per finalità connesse all’ambiente e al clima (art.18), nelle misure forestali (artt. 22-27; art. 35), nelle agro-climatiche ambientali (art. 29), nell’agricoltura biologica (art. 30), nelle indennità per le aree Natura 2000 (art. 31 esclusi i pagamenti relativi alla Direttiva Quadro Acque), nelle indennità per le aree svantaggiate (artt.32-33). Le misure agro-ambientali (art. 29) dovranno essere rafforzate e complementari alle pratiche attuate nel quadro dell’inverdimento del primo pilastro (greening) e pertanto più efficace in termini di protezione dell’ambiente.

Per il prossimo periodo di programmazione la politica di coesione (FESR, FSE e Fondo di coesione) è inclusa in un “Quadro Strategico Comune – QSC” per interventi integrati, che include anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP). L’insieme dei cinque fondi come Fondi Strutturali e di Investimento (“European Structural and Investment (ESI) Funds”).

Il Governo italiano ha trasmesso l’Accordo di Partenariato per il QSC il 22 aprile scorso; le Regioni dovranno presentare i loro programmi operativi per i diversi fondi entro il prossimo 22 luglio 2014.

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