La commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo unificato sui delitti ambientali. Un passo importante, sottolinea il WWF, verso il loro inserimento nel Codice Penale, come l’Associazione chiede dal 1998, anno in cui venne presentata la prima proposta di introduzione nel codice penale dei delitti contro l’ambiente e “Disposizioni sostanziali e processuali contro il fenomeno criminale dell’ecomafia“ dall’allora Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Da allora, in ogni legislatura sono stati fatti altisonanti annunci ed elaborate numerose e condivisibili proposte di legge per la riforma dei reati ambientali, con l’inasprimento del sistema sanzionatorio, ancora oggi vero tallone d’Achille delle leggi di tutela ambientale. Ma da allora non è ancora stata approvata definitivamente una vera legge di riforma organica.
Oggi vengono puniti con sanzioni poco più pesanti di una multa reati gravissimi che distruggono l’ambiente e la salute. Le ecomafie, ma anche molte industrie senza scrupoli e cementificatori abusivi, spesso aiutati da politici corrotti, continuano ad ingrassare con guadagni enormi a fronte di rischi pari a zero.
L’approvazione da parte della Commissione giustizia del Senato è certamente un passo importante, ma solo il primo per l’iter parlamentare, speriamo moto rapido, che questa importante riforma dovrà ancora affrontare. Il WWF auspica che questa legislatura sia quella in cui finalmente vedremo stampato sul codice penale il titolo “Dei delitti contro l’ambiente” e che tutti i parlamentari, in senso davvero trasversale, votino rapidamente questa grande riforma che ci consentirà di metterci al passo degli altri paesi europei nella lotta alla criminalità ambientale.