Il Governo dica no agli emendamenti Scempia Italia.
Fondo Ambiente Italiano e WWF chiedono che nella riunione del Consiglio dei Ministri di oggi il Governo sia fermo e deciso nel non dare alcun avallo agli emendamenti parlamentari, usati come grimaldello per deturpare il territorio, che usano gli stadi per una nuova colata di cemento nelle città, sdemanializzano le spiagge; e che ci sia un ripensamento sul comma che dà il via allo smembramento del parco nazionale dello Stelvio.
FAI e WWF commentano “Sarebbe scandaloso se prevalesse la logica della ricerca del consenso tra chi in Parlamento rappresenta gli interessi più gretti, invece che l’intesse superiore a conservare i beni ambientali e culturali del Paese, proprio quando tra l’altro lo stesso CdM dovrebbe varare il disegno di legge per arginare il consumo di suolo nei terreni agricoli”.
FAI e WWF sugli stadi, dopo aver ricordato come l’attuale versione del comma 99 della Legge di Stabilità 2014 (approvata al Senato) contenesse ancora l’ambiguo termine “sviluppo”, chiedono che non si torni a formulazioni, quali quelle proposte originariamente in Commissione Bilancio a palazzo Madama, che consentano la costruzione di nuovi stadi, nonché la edificazione di nuovi palazzi nei loro dintorni, in deroga alla disciplina vigente.
FAI e WWF sulle spiagge rimarcano che sarebbe intollerabile qualsiasi disposizione che portasse alla sdemanializzazione di fatto delle aree del demanio marittimo e aggirasse la direttiva comunitaria Bolkestein sulla libera concorrenza, che impone l’assegnazione delle concessioni mediante una gara pubblica.
FAI e WWF chiedono che venga cassata la disposizione che apre le porte allo smembramento del Parco nazionale dello Stelviocontenuta nel comma 339 della Legge di Stabilità 2014, approvata dal Senato, nella quale si stabilisce che ci siano intese tra Stato la Regione Valle d’Aosta e le Province di Trento e Bolzano per il trasferimento o la delega di funzioni statali per materie fiscali e amministrative nonché al Parco nazionale dello Stelvio, per le province autonome di Trento e Bolzano. Si apre così alla futura, ingiustificata provincializzazione del Parco Nazionale dello Stelvio, argomento da sempre cavallo di battaglia della SVP nella trattativa con i “partiti nazionali”, anche in occasione dell’ultima campagna elettorale.