Il Mediterraneo è vicino al collasso. L’allarme è stato lanciato, a pochi giorni da un importante voto europeo, da 16 organizzazioni italiane appartenenti alla coalizione Ocean 2012 e dal WWF in una lettera inviata oggi ai parlamentari italiani. “Per la pesca nel Mediterraneo siamo vicini al punto di non ritorno. O si mettono immediatamente in atto misure per il recupero delle popolazioni o assisteremo a breve a una crisi irreversibile delle risorse del nostro mare e dello stesso settore della pesca”.
Il prossimo 23 ottobre il Parlamento Europeo dovrà decidere se, nell’ambito del nuovo Fondo europeo per gli Affari marittimi e la Pesca, ripristinare i sussidi per la costruzione di nuovi pescherecci, o aumentare le risorse destinata alla sostenibilità nelle attività di pesca.
Le 17 organizzazioni hanno ripreso l’allarme lanciato dal Comitato scientifico, tecnico ed economico della pesca europea (STECF) che, poche settimane fa, ha rivelato il drammatico stato degli stock ittici del Mediterraneo, ormai al 95% pescati a livelli insostenibili.
Secondo i ricercatori dello STECF per ripristinare il livello di sostenibilità degli stock mediterranei, bisogna ridurre in media la pesca del 45-51&, con punte del 90% per la pesca del nasello in alcune aree. Per la pesca nei mari italiani poi, se possibile la situazione è ancora più preoccupante. Nel Tirreno centrale e meridionale, nell’Adriatico meridionale e nello Ionio tutti gli stock esaminati (cioè le popolazioni delle varie specie di pesci di interesse commerciale) sono sovrasfruttati.