Il WWF Piemonte, vuole fornisce alcune precisazioni in merito all’articolo apparso su La Stampa di mercoledì 3 luglio 2013, sotto forma di intervista all’amministratore del bioparco Zoom, Gian Luigi Casetta, dal titolo “Nessuno ci ha mai chiamato per risolvere il problema”. L’articolo si occupa della tragedia di Pinerolo, cittadina in cui si è consumata la morte dell’uomo sbranato dalle tigri di cui si occupava all’interno dell’ex bioparco Martinat di Pinerolo.
Il WWF di Pinerolo si occupa della questione dal 1985, da quando le tigri erano custodite in una villa privata nel comune di Roletto, nel corso degli anni il WWF ha più volte segnalato la situazione anomala, con segnalazioni scritte conservate in archivio. Grazie all’azione del WWF Pinerolese, tutti gli interessati al mondo animale nella zona erano a conoscenza della situazione.
L’amministrazione del bioparco zoom oggi si trincera dietro all’affermazione “Nessuno ci ha mai chiamato a un tavolo per discutere del problema”. Per WWF si tratta di un maldestro tentativo di scaricare su altri la responsabilità morale dell’accaduto. Il WWF ha fatto la propria parte allertando le forze dell’ordine, la forestale e il presidente del parco Natura Viva, in rappresentanza di tutti i parchi italiani.
Il WWF mette ulteriormente in guardia sulla necessità di tutela e salvaguardia delle tigri, anche in occasione della recente iniziativa del parco zoom “Night Safari Festival”, che comprende anche quattro concerti ed iniziative di animazione nelle ore notturne. Attività che di certo non sono particolarmente rispettose della fauna ospite della struttura. La pressione sonora e il disturbo derivante dall’affluenza di pubblico in ora serale, è certamente fonte di stress per gli animali in cattività.
Anche il Corpo forestale dello stato era a conoscenza della presenza delle tigri, per via di un sequestro di pappagalli avvenuto nell’ex parco Martinat a seguito di una segnalazione proprio di WWF. I successivi mancati interventi cui fa riferimento il Presidente di WWF Pinerolese, Eros Accatino, nel corso dell’intervista precedentemente riportata erano quindi riferiti al CFS Nazionale e non ai corpi locali, provinciali o regionali.