Per fermare il degrado del Belpaese c’e’ bisogno di un governo forte sui temi ambientali che sappia presentare l’Italia tra i Paesi più avanzati nelle politiche per lo sviluppo sostenibile e per la difesa del territorio.
Bene ha fatto il Ministro Orlando a rivendicare, di fronte al Parlamento, con orgoglio istituzionale il ruolo e la funzione del Ministero dell’ambiente che in soli questi ultimi 5 anni è stato espropriato di 2/3 delle risorse ad esso dedicate (nel 2009 il Bilancio era di 1,2 miliardi di euro ed oggi e’ di 468 milioni) diventando di gran lunga il ministero con meno risorse tra quelli “con portafoglio”.
Apprezzato dal WWF è anche stato lo stop del ministro Orlando alla rapina del territorio e al depauperamento del patrimonio naturale, proprio nei giorni in cui ci sono forze irresponsabili in parlamento che vogliono rilanciare il condono edilizio, mentre come risulta da studi condotti dall’Università dell’Aquila per il WWF negli ultimi 50 anni, è stata registrata nel nostro Paese una conversione urbana media del suolo di quasi 90 ettari al giorno, una urbanizzazione lineare della costa adriatica di quasi 10 km all’anno e come già oggi non sia possibile tracciare in Italia un cerchio del diametro di 10 km senza intercettare un insediamento urbano. Il nostro è un Paese a rischio, visto che ancora c’è chi irresponsabilmente propone di guardare con condiscendenza a condoni e sanatorie dell’abusivismo edilizio, che dal 1948 ad oggi ha ferito il territorio con 4,5 milioni di abusi edilizi (75mila l’anno, 207 al giorno), favoriti dai 3 condoni che si sono succeduti ne ultimi 16 anni (nel 1985, nel 1994 e nel 2003).
Il WWF sollecita il ministro Orlando a procedere con decisione alla revisione della Strategia Energetica Nazionale, approvata recentemente con decreto interministeriale.
Revisione basata su due assi di intervento/obiettivi:
1. l’Obiettivo del 100% Rinnovabili al 2050 definendo una strategie di transizione che porti all’abbandono progressivo delle centrali alimentate con combustibili fossili, procedendo subito a non costruire nuove centrali a carbone ed ad olio combustibile e rinunciando a al piano di trivellazioni petrolifere off shore;
2. la definizione di una Roadmap nazionale di Decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per i settori di produzione dell’energia elettrica, dei trasporti, dell’industria e dei servizi che sostengano la Green Economy.