Dopo l’ennesima nottata di negoziati i Ministri della pesca riuniti a Bruxelles hanno onorato il proprio mandato trovando un accordo per l’attuale riforma della pesca europea. Nonostante l’accordo tra gli Stati membri sia un passo avanti positivo, purtroppo i ministri hanno raggiunto un accordo che soddisfa solo per metà le ambizioni espresse dal Parlamento Europeo nella ambiziosa proposta per salvare la pesca in Europa.
“Il diavolo è nei dettagli, ma in questo caso è la mancanza di dettagli il problema. I ministri della pesca hanno approvato un testo decisamente neutro con pochi vincoli giuridici e con poche scadenze e misure concrete. Se implementato, consentirebbe di continuare a gestire malamente la pesca, rovinando mari e stock ittici per un altro decennio. Il Parlamento Europeo aveva chiesto una riforma ambiziosa che avrebbe permesso di ripristinare gli stock ittici, attraverso trasparenza, scadenze fisse, responsabilità e una precisa applicazione di diritti e doveri “, afferma Marco Costantini responsabile Mare del WWF Italia.
“Questa nuova Riforma, attualmente in divenire, sarà utilizzata nei prossimi 10 anni per gestire pescatori e stock ittici.
Una nuova analisi del WWF mostra che per il recupero degli stock ittici potrebbero essere necessari più di 100 anni, se attuate praticamente le proposte dei ministri europei della pesca. La proposta del Parlamento potrebbe richiedere solo 10 anni per il recupero del 75% degli stock – la seconda opzione è di gran lunga la migliore ed è ciò di cui abbiamo bisogno “, conclude Costantini.
Spetta ora al Parlamento europeo, guidato dal deputato europeo Ulrike Rodust di accettare o meno il cosiddetto ‘compromesso’ che il Consiglio sta offrendo – o respingerla e mantenere la loro ambiziosa posizione per la riforma. Resta da vedere se useranno i loro nuovi poteri di codecisione per dire che è meglio un non accordo che farne uno cattivo per i prossimi 10 anni”.