Uno scandalo nazionale che conferma il fallimento dell’attuale modello di agricoltura intensiva
Si apre oggi il negoziato finale per la riforma della PAC 2013 – 2020 che per la prima volta vedrà protagoniste le tre principali istituzioni europee, Parlamento, Consiglio e Commissione.
Le posizioni delle tre Istituzioni europee sono diverse e fra queste la peggiore è il mandato negoziale approvato dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura il 18 e 19 marzo, che ha cancellato quei provvedimenti che avrebbero premiato maggiormente le pratiche agricole più virtuose per l’ambiente a partire dall’agricoltura biologica.
14 organizzazioni tra cui AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Firab, Federbio-UpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu,Pro Natura-Federazione Nazionale, SIEP, Slow Food Italia, TCI, WWF, chiedono al “Trilogo” decisioni coraggiose per una autentica riforma della PAC in grado di rendere più sostenibile per l’ambiente l’attuale sistema agricolo europeo.
E sono i dati ISPRA sull’emergenza pesticidi nelle acque in Italia a dirci quanto sia indispensabile una svolta ambientale della PAC.
E’ proprio la questione pesticidi l’altro tema d’impegno prioritario dell’ampio schieramento di Associazioni ambientaliste e del biologico che nel mese di gennaio aveva risposto alla consultazione pubblica indetta dai Ministeri delle Politiche Agricole, dell’Ambiente e della Salute sul Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso dei pesticidi con proposte che mettevano in primo piano la salute dei cittadini e degli agricoltori, la qualità dell’ambiente e delle aree rurali, la sicurezza alimentare. I dati diffusi dall’ISPRA sulla contaminazione da pesticidi delle acque superficiali e profonde in Italia sono la conferma di questa assoluta priorità.
I dati mettono in evidenza un paradosso tutto italiano: miliardi di euro di soldi pubblici spesi dalle Regioni con le misure agroambientali europee per favorire la riduzione della chimica in agricoltura e in Italia la vendita dei pesticidi aumenta, così come la loro presenza nelle acque, regalandoci un record non invidiabile di primo Paese in Europa per uso di pesticidi chimici di sintesi. E tutto questo in concomitanza con la disattenzione verso il biologico che, nonostante la crescente richiesta del mercato, viene frenato nell’aumento delle superfici coltivate .
Oltre la metà delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi ) e circa un terzo di quelle sotterranee sono contaminate e di queste oltre un terzo delle acque superficiali supera addirittura i limiti di legge e i normali sistemi di depurazione non sono in grado di risolvere questo problema, che non riguarda quindi solo la fauna e l’ambiente ma anche la salute della popolazione. E mancano o sono insufficienti i dati di Regioni importanti, come Lazio, Campania.
“Nemmeno la difficile situazione economica degli agricoltori è riuscita a invertire la tendenza all’aumento dell’utilizzo dei pesticidi e diserbanti nell’agricoltura convenzionale o cosiddetta integrata. Tutto ciò non è solo il frutto dell’aumento delle emergenze fitosanitarie conseguenti anche agli andamenti climatici degli ultimi anni ma piuttosto dell’intreccio sempre più evidente fra le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori, gli apparati pubblici regionali e le multinazionali della chimica per condizionare l’applicazione delle politiche europee e la destinazione delle risorse pubbliche che dovrebbero, invece, favorire una reale riduzione dell’uso dei pesticidi principalmente attraverso la conversione al biologico”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice portavoce della coalizione delle Associazioni ambientaliste e del biologico.
Di fronte a questo scandalo, già denunciato da tempo dalla stessa Corte dei Conti europea, è venuto il momento che la politica si assuma le sue responsabilità, facendo scelte chiare a favore del biologico a partire dalla corretta e lungimirante approvazione del Piano nazione per l’uso sostenibile dei pesticidi che deve riprendere il proprio iter in modo assolutamente trasparente visto che riguarda temi fondamentali per tutti come la tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovranno essere in primo piano per il nuovo periodo della programmazione dei fondi comunitari, che inizia nel 2014.
Per le Associazioni nel negoziato che si avvia oggi le priorità nel primo pilastro della PAC (regole per i pagamenti diretti alle aziende) sono le norme generali del greening che devono assicurare l’adozione delle migliori pratiche agricole per la tutela dell’ambiente, a partire dall’agricoltura biologica, all’obbligo delle rotazioni colturali, alla definizione di prati permanenti e pascoli, alla percentuale delle aree agricole d’interesse ecologico.
Nel secondo pilastro della PAC (investimenti per lo sviluppo rurale) le priorita’ sono una maggiore dotazione finanziaria,anche attraverso la previsione di un tetto massimo di 100.000 euro per i pagamenti diretti trasferendo al secondo pilastro le risorse che ne derivano; l’approvazione di un sotto-programma per l’agricoltura sostenibile con più risorse, un cofinanziamento più alto per le misure agro-climatiche-ambientali con una spesa minima obbligatoria del 50% delle risorse disponibili per lo sviluppo rurale, l’illegalità del doppio pagamento.
L’emergenza pesticidi nelle acque in Italia, evidenziata dai dati ISPRA, dovrebbe convincere i nostri rappresentanti nel Parlamento e nel Consiglio Europeo ad assumere posizioni in grado di rappresentare prima di tutto gli interessi dei cittadini e degli agricoltori che chiedono un forte cambiamento della PAC Per questo è indispensabile fare scelte in grado di garantire che i fondi della PAC siano spesi solo per premiare quelle aziende agricole in grado di ridurre drasticamente o fare a meno dei pesticidi e produrre benefici per tutti , cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio e lavoro per i giovani”.