Il WWF reputa illegittimo attingere al Social Climate Fund, destinato ad affrontare eventuali ricadute sociali dell’ETS2, cioè dell’inserimento dei trasporti e degli edifici nel sistema europeo di scambio delle emissioni, per attenuare l’aumento del prezzo dell’energia legato al gas. Il Governo deve ancora presentare il piano per l’utilizzo del Social Climate Fund, lo deve fare entro giugno, non sono nemmeno uscite le linee guida della Commissione europea, anche se è ovvio che tale fondo sarà destinato ai settori coinvolti nell’ETS2 per accelerare nella transizione.
Contro la transizione energetica e la giustizia sociale
Il Governo, destinando una gran parte del fondo ad ammortizzare il caro gas, utilizza i soldi della transizione per incentivare l’uso del combustibile fossile. Non solo, il provvedimento attinge ai fondi derivanti dalle aste delle quote ETS, già persi in mille rivoli e usati solo al 9% per la transizione energetica, e nonché al maggior gettito IVA derivante dall’aumento dei prezzi del gas: in questo modo, solo i cittadini, tramite lo Stato, rinunciano agli extra profitti, mentre le aziende energetiche, Oil&Gas in primis, no. Questa non solo non è una transizione, ma non è affatto giusta.
Non basta un bonus
Il WWF reputa sbagliato affrontare un problema sistemico con la soluzione “bonus una tantum”, che, se in minima parte tampona la grave condizione di disagio di moltissime famiglie italiane, di certo non offre soluzioni di medio-lungo periodo. Il tema della povertà energetica e del caro bollette non si può affrontare solamente con i bonus, ma necessita di politiche pubbliche di sistema, che puntino ad affrontare i veri problemi del costo dell’energia elettrica. L’Italia sta di fatto rinunciando alle occasioni di pianificazione politico-strategica, come il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che sulla povertà energetica è del tutto carente, a favore di misure temporanee e poco risolutive rispetto alla portata del problema.
A rimetterci è il Paese
La verità è che approvare in contemporanea il Decreto Bollette e il disegno di legge sul nucleare costituisce un grande controsenso: le attuali scelte in campo energetico di questo Governo portano ben lontano rispetto ad una riduzione dei costi dell’energia e disegnano uno scenario per l’Italia di dipendenza energetica e rischi per la natura, la salute e la pace. Mentre gli obiettivi sulle rinnovabili sono in grave ritardo, nonostante queste siano parte essenziale, insieme all’efficienza energetica e ai sistemi di accumulo, della transizione e dell’autonomia energetica del nostro Paese, si distraggono i cittadini parlando d’altro. Evidentemente c’è una carenza di coerenza e competenza, prima di tutto tecnica, che rischia di danneggiare gravemente il Paese.